Siamo condannati ad amarci. Oppure a farci solo danno tutto il tempo, l'un l'altro, come imbecilli.
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lunedì 13 settembre 2010

Fasci leghisti, scuole leg/oraniche

Dimenticate le aquile reali, i fasci littori, le foto dei re e dei presidenti, i simboli della religione di Stato o di quelle che la vorrebbero sostituire. Dimenticate i crocefissi alle pareti delle scuole di ogni ordine e grado e anche le madrasse dove si studia solo il Corano.Tutta robetta superata, ispirata a principi arcaici e, francamente, anche soggetta agli scoccianti iter burocratici che prevedano che, per quanto autoritaria, una qualche autorità (appunto) la imponga e la renda operativa.
Lungaggini del passato. Adesso ci ha pensato la Lega a produrre il modello nuovo, la sintesi della SCUOLA PUBBLICA non libera per eccellenza e non liberamente efficiente: la scuola tappezzata dai simboli del partito; cioè, di "un" partito, che in teoria sarebbe ancora uno dei tanti, ma si deve considerare come l'unico.
Simboli del partito sugli ingressi, sui banchi, sui vetri, sugli stipiti eccetera.. il tappezzamento più radicale che sia mai stato concepito per qualunque edificio pubblico (d'altronde dove c'è una certa tendenza ad esagerare, si esagera).
Queste le scelte "architettoniche" e simboliche. Va da sè che la scelta conseguente degli insegnanti, dei programmi e dei metodi farà pendant, e l'atmosfera che di conseguenza si respirerà nella scuola sarà in tinta.

Scusa? ...Non è possibile? insegnanti e programmi devono seguire i criteri della scuola pubblica? Ma checcavolo state dicendo? dove credete di essere, a Roma ladrona?
Qui siamo in "Padania", uno Stato libero e indipendente i cui amministratori prendono fieramente lo stipendio da Roma ladrona, e fieramente se ne sbattono delle leggi, di chi si sente "italiano", di chi sostiene altri partiti, e insomma, in sostanza: di chi crede ancora alle superstizioni democratiche.
E la Gelmini cosa fa? scatena un altolà, richiama all'ordine i prepotenti che scavalcano tutte le regole?
ma va'.... arriccia il nasino occhialuto e dichiara severa che è un'esagerazione, che lei non può approvare; e tira innanzi. Siamo pur sempre dei servetti che percepiscono uno stipendio da ministri, mica dei Ministri.