Siamo condannati ad amarci. Oppure a farci solo danno tutto il tempo, l'un l'altro, come imbecilli.

mercoledì 30 giugno 2010

Donne pensanti

Ricordarsi che siamo esseri dotati di discernimento e coscienza.


Ricordarsi che nati non fummo a viver come bruti, ma a seguir virtute e conoscenza.



Attivare il pensiero.



Qui...:Femminismo ai tempi della Rete.
Attiviamoci, colleghiamoci, avviamo una guarigione.

sabato 26 giugno 2010

ditelo con Fiorello. E con Reporters sans frontières

ditelo con i fiori o lasciatelo dire a Fiorello, è pur sempre meglio ridere che piangere, ma la faccenda resta molto triste.. che dire?


Reporters sans frontières ha offerto ai giornalisti italiani di pubblicare sul loro sito gli articoli che non potranno essere più pubblicati in Italia e altre testate straniere offrono ospitalità. Meglio che niente.. anche se in Italia non se ne saprebbe comunque niente.
Però forse non è così... si può sempre riportare una notizia GIA' uscita su un altro giornale, non è vero???
Per una volta, sarebbe un bel "fatta la legge, trovato l'inganno", a favore della verità e non contro il Bene comune.

Margherita Hack commenta autorevolmente la legge bavaglio sulle intercettazioni: «E’ una vera vergogna.. un aiuto per i delinquenti e i mafiosi, perché è risaputo che molti crimini si scoprono proprio grazie alle intercettazioni. (..) La disobbedienza civile è necessaria quando le leggi sono contro la democrazia e la libertà. C’è il dovere di opporsi a una legge sbagliata. Io spero che tutti i giornalisti disobbediscano, anche quelli di destra che però considerano il loro lavoro un servizio per il pubblico e il loro dovere dare le notizie». E a domanda (se le chiedessimo di firmare un articolo sul nostro giornale la cui pubblicazione violi la legge, lo farebbe?) risponde: «Certamente sì, anzi mi dispiace non essere giornalista perché non posso partecipare in prima persona a questa battaglia».

Credo che concordiamo tutti con questa presa di posizione, che è sempre un'opzione, ma bisogna dire (amaramente) che in un Paese governato da un'allegra banda che inneggia a non rispettare le leggi, la forma di lotta della disobbedienza civile perde molto della sua allure.
Però l'escamotage di fare prima un passaggio delle notizie su una testata straniera NON mi sembra per niente male... le notizie arriveranno con il ritardo di un giorno, e con la premessa "secondo la testata taldeitali...", pare.. si dice..! ma potranno sempre arrivare.
E comunque.. Reporters sans frontières sono grandi: anche per l'invenzione del "kit anticensura".. strumento di interesse sempre più generale.

giovedì 10 giugno 2010

Frasi da ricordare: "è un inferno governare con le regole della Costituzione"

Chi ci governa ci ha ormai abituato al concetto che (per lui - perché ormai pare che non ci governi più un Parlamento, ma un singolo) rispettare le regole sia una specie di inaccettabile tortura; né si fa un problema di dichiarlo anche apertamente, ora definendo un Inferno la Costituzione.
Ma forse sarebbe meglio dire che con certi governanti la Costituzione finisce all'inferno.
Sulla Costituzione chi ci governa dovrebbe aver giurato. Ma per alcuni è meglio mangiarsela e non parliamone più.

E intanto oggi il Governo, secondo un'eccezione che è ormai la regola, fa un antipasto ponendo la fiducia al Senato sulla sconcertante legge che limita la libertà di stampa sulle intercettazioni.

Però.. bisogna ammettere che governare in un certo modo è oggettivamente impossibile se si prendono sul serio certe premesse:


E per finire.. raccolgo l'invito fatto da alcuni a condividere questo video in cui Milena Gabbanelli dice la sua sulla "legge bavaglio". Non solo qui, ma lo condivderò in modo fisso sul blog, spero lo faranno in tanti.

lunedì 7 giugno 2010

Noa: "ho il cuore spezzato. Il Premier israeliano si dimetta. Artisti uniamoci per la pace"

«Ho il cuore spezzato» scrive Noa nel suo blog, poche ore dopo il tragico attacco alla Flotilla.
Nonostante il suo impegno per la pace e la convivenza tra israeiani e palestinesi Noa è stata spesso attaccata, come figura organica alla politica aggressiva di Israele.
Eppure. Le voci come la sua sono quelle che bisognerebbe ascoltare, e con cui bisognerebbe dialogare, comprendendo come sia difficile la posizione delle persone come lei, dilaniate da un lato dall'odio che Israele semina, dall'altro dall'odio contro Israele. Posizioni in cui come ti muovi sbagli, avrai sempre qualcuno contro di te.
«In Israele c'è moltissima rabbia e frustrazione, e pesa molto il rimorso per la perdita di vite umane. Nessuno qui pensa che il governo israeliano volesse uccidere qualcuno su quella nave, ma la situazione è stata gestita in maniera davvero disastrosa. La strage ha scatenato aspre critiche e la demonizzazione dello Stato di Israele e del popolo ebraico: fossi al posto del premier o del ministro della difesa mi dimetterei immediatamente, assumendomi le responsabilità per le conseguenze delle mie decisioni, che hanno messo a rischio la sicurezza del mio paese e danneggiato la sua immagine.
È sbagliato continuare a vedere nell' occupazione della Cisgiordania una risorsa piuttosto che un obbligo. L'idea che sia una risorsa ha reso per troppo tempo "tollerabili" le implicazioni umane e morali dell' occupazione, mentre io le considero intollerabili. L' occupazione è immorale e inumana, dovrebbe avere termine; mentre per la nostra sicurezza dovremmo contare sull'aiuto di nazioni amiche. Personalmente vorrei correre il rischio di un tentativo in questo senso e spero che gente come me, dall'altra parte, voglia correre lo stesso rischio contrastando la paura e il pregiudizio che coltivano nei loro cuori. Vorrei che tutti gli israeliani facessero una campagna di opinione e usassero il loro voto democratico per eleggere un governo in grado di porre fine all'occupazione iniziata nel 1967 e di firmare subito un trattato di pace con il governo democraticamente eletto dai palestinesi. Entrambi i governi potrebbero farsi così interpreti del desiderio dei due popoli di vivere in pace uno accanto all' altro. Farò sempre sentire la mia voce in campagne di questo tipo ed esorto tutti gli artisti, israeliani e palestinesi, a fare lo stesso
».
Chi attacca Noa dice di volere la pace, mentre lei non la vuole abbastanza.. si limita "ad ammantare di pace" Israele, creando così ancora più confusione... Ma la vera confusione nasce dall'essere nati nella paura, e cresciuti venendo nutriti di odio, da ambo le parti.. una condizione da cui è difficile prescindere, e arrogante voler giudicare da fuori. E comunque riuscire a fare la pace esige in primo luogo che ci si creda, e crederci significa rinunciare alla vendetta; provare a ripartire da zero. Alla fine, qualunque sia la sacrosanta giustificazione che si possa dare all'odio, chi vi si rifugia opera sempre per la guerra, divenendo alleato del partito della guerra, che ESISTE; è il partito più potente e trasversale, che fa delle sofferenze il proprio business; e per questo opera incessantemente e per mille vie contro la pace.
Perciò, per quanto le voci di pace possano sbagliare, per quanto a volte ci possano deludere, non è lì che vanno cercati i nemici; non sono loro, quelli da boicottare. Uniamoci, per la Pace, contro ogni retaggio di odio.