Siamo condannati ad amarci. Oppure a farci solo danno tutto il tempo, l'un l'altro, come imbecilli.

domenica 3 novembre 2013

Italiani anacronistici e cretini

Un bel giorno vedo una foto usata per pubblicizzare un (falso) prodotto italiano e - da italiana - ne resto profondamente turbata. Specie da italiana che sta tanto all'estero! Sembra una tipica scena di certi quartieri islamizzati, in città europee, nei quali le donne non possono entrare senza venire molestate violentemente dal primo all’ultimo minuto: tre tizi con la lingua fuori si sporgono verso una passante come affamati verso un cotechino. 
Ma non siamo a Bruxelles, nel quartiere che ha ispirato un famoso documentario "Femme de rue" sulle molestie di strada (costato alla giovane autrice minacce di morte nonché il dover cambiare città). No: si intende che i tre tizi sono italiani e, come dice un portavoce di «Caffè Nero» “il poster voleva ritrarre un aspetto della cultura italiana”. Ah si? Ma non pago, il tizio raddoppia la dose: “ma è chiaro che può essere vissuto come offensivo da tante donne”. No, razza di coglione, lasciami dire: può venire vissuto come ancora più offensivo da tanti UOMINI.
Ma soprattutto da tutti gli italiani, dato che quella frase, per logica, significa: la cultura italiana offende le donne. 
Vaffanculo, Caffè nero, questo aspetto della “cultura italiana” ci appartiene come la mafia, il delitto d’onore e il lato B via Berlusconi. Sono stereotipi che gli italiani onesti (e quelli che non vanno in giro allupati in cerca di bistecche umane da stuprare), cercano di scrollarsi di dosso da eoni: invano, purtroppo! considerati i delinquenti di politici che ci ritroviamo. Ci manca solo la pubblicità, a ricordarci il fetore della sottocultura che finisce per appestare tutti.
Trovo molto opportuno che la casa abbia ritirato la pubblicità; ma avvilente che l’abbia fatto per iniziativa di donne inglesi. Chi avrebbe dovuto protestare sono gli uomini italiani e – certo, anche noi donne italiane, sia come italiane sia come donne.
Proprio come, all’epoca dell’altrettanto avvilente episodio del menu di Don Panino, si era levato un coro di indignazione. 
Come osservato in quel caso da Qui Vienna (il blog italiano sulla città austriaca) l‘uso della Mafia come strumento di marketing per rappresentare l’Italia all’estero, non è purtroppo un problema nuovo; e triste che venga inteso come elemento di folklore, allo stesso modo dei classici cliché italiani pizza, spaghetti e mandolino. E degli arrapati molestatori: dobbiamo ora aggiungere.
In questo caso, però, sono in particolare gli uomini, intesi come italiani maschi, quelli additati come figure ridicole e anacronistiche. Ma sapete che c’è? Loro mica se ne accorgono!
E in particolare i commentatori professionali dei siti in rete: quelli sono tanto occupati a sparare veleno contro le donne, che perfino in questo caso si occupano di fare solo QUELLO. 
Volete una piccola antologia di commenti? 
Per esempio a un articolo del Corriere che informa sul fatto che la campagna è stata ritirata, in seguito a "proteste delle femministe" il genio più votato, un certo Mervin, scrive: “La realtà è che si tratta di invidia pura. Le inglesi per lo più sono chiattone, ecco perché si lamentano, perché il confronto con la bellezza delle donne italiane è impraticabile. Per trovare una ragazza inglese decente ci vogliono anni di ricerche snervanti”; un altro pensatore annota: “Il solito ridicolo pseudo-femminismo da strapazzo, frutto probabilmente di invidiose che NESSUNO si gira a guardare!” “per carità, non son certo io a discriminare le rotondette.,..anzi”. Risposta: “la rotondetta è il paradiso (sulle lunghe distanze)"; “beh, chiaro... la donna britannica magra equivale a un'italiana rotondetta.. normale che un po' gli roda alle figlie di albione”. E naturalmente i soliti violenti: ”centinaia di migliaia di giovani e giovanissime donne inglesi sono iscritte a forum online dove si vantano delle loro buffonate e orgogliosamente postano foto che le mostrano in vari stati di ebbrezza e mentre si spogliano, tra cui in ginocchio sopra gabinetti, mentre vomitano nude, o mentre fanno i loro bisogni corporali in pubblico sulle strade principali. Credo che l'amato Corriere farebbe bene a pubblicare una serie di queste foto per ristabilire le giuste proporzioni”. O violenti-bacchettoni: “Invito i lettori italiani a reagire informandosi sulle ladette binge-drinking , su quel che succede il venerdi o il sabato sera alle signorine inglesi tutte discinte, ubriache e in preda a conati di vomito…. solo per limitarci alla violenza delle ragazze tra 10 e 17 anni.. Non si meraviglino dunque le femministe per uno sguardo innocente di tre ragazzi”; ma che caro. “Viva le donne del sud italia, viva le donne latine, viva le donne brasiliane, abbasso le donne del nord!" e via di commento deficiente in commento deficiente.
Un raro essere pensante sbotta: “Ma scusate, che vuole dire che il poster voleva solo "ritrarre un aspetto della cultura italiana"??? La toppa mi pare peggio del buco!" Ma chi se lo fila? Bè, si, uno coglie il punto: “Questo poster non offende le inglesi, ma noi italiani. Lavoro con stranieri di tutto il mondo da 25 anni, e purtroppo so benissimo che ci considerano ancora con lo stereotipo del poster di caffe nero: dei cialtroni nullafacenti che stanno sulla strada a guardare il didietro delle donne. Hanno fatto bene a toglierlo, non per sessismo, ma per razzismo…. o forse siamo così veramente?”
Già; forse si. Una tizia, affogando nei commenti idioti, annota: “non so cosa insistiamo noi donne a cercare un po’ di buonsenso, se gli uomini sono questi...”

No, non mi iscriverò ai “siti di informazione” per partecipare a queste penose gazarre. Magari questi siti si facciano loro qualche pensierino: dal Corriere al Fatto Quotidiano, si chiedano che razza di sparacazzate ignoranti diventano protagonisti di articoli già peraltro di banalità imbarazzante, come quello in questione.

martedì 2 luglio 2013

Caro premier Letta leggi le lettere: le donne vogliono la ministra per le pari opportunità

Ho notato che ultimamente il Presidente del Consiglio è seppellito dalle lettere, di gente piena di ottime ragioni: sarà ascoltata? ho i miei dubbi. Comunque, rilancio una lettera uscita oggi, scritta da numerose associazioni femminili, che chiede forte e chiaro una cosa sacrosanta: le donne (io inclusa) vogliono una vera ministra delle Pari Opportunità. Basta politiche tira-a-campare su un fronte che attraversa tutti gli altri, che interessa tutti e che è cruciale per tutti.

Al Presidente del Consiglio, Enrico Letta e alla Vice Ministra con delega alle Pari Opportunita, Cecilia Guerra
e per conoscenza a tutte le Ministre e alle elette in Parlamento  

Dando il benvenuto alla  nuova delegata alle Pari Opportunità, desideriamo sottoporre al Presidente del Consiglio alcune riflessioni.
Per fare veri progressi sappiamo bene quanto sia importante che saperi, esperienze, pratiche trovino le espressioni e i modi per un confronto utile e condiviso. Tra e con le donne. E’ questa la strada innovativa che, ricercata e intrapresa dal ministero delle Pari opportunità di Josefa Idem, le donne e le tante associazioni hanno apprezzato dopo anni di deludenti politiche di pari opportunità.
Non abbiamo motivo di dubitare che la nuova delegata saprà tessere relazioni altrettanto significative nel rispondere alle richieste che vengono dal mondo delle donne (e da chi reclama pari opportunità reali), alla ricerca delle soluzioni migliori. Questo ci auguriamo.
Esprimiamo tuttavia disappunto per il fatto che il Presidente del Consiglio, nella lettera al Corriere della Sera (rispondendo alle preoccupazioni già espresse da moltissime donne e associazioni), abbia ricalcato il metodo, tutto maschile, storicamente proprio a partiti e istituzioni: spiegare a chi dissente che non ha capito - o che ha frainteso (benché si possano scegliere le parole migliori e più educate per farlo, come Letta dimostra).
In questo caso, il Premier si è premurato di spiegare che chi governa ha ben chiaro di cosa le donne hanno bisogno, farà dunque il meglio per loro, spiegandoci perché dobbiamo apprezzare.

Ma, per veri cambiamenti, questo metodo non è più accettabile, per tutte e per tutti: va sradicato dalle pratiche istituzionali e politiche perché privo di relazione e di riconoscimento del valore di quanto già stato fatto e della differenza. Differenza che noi vogliamo portare al governo del Paese, nei luoghi dove si decide per tutti, anche per noi.

Si può discutere sulle forme ma quello di cui abbiamo bisogno è un Ministero con poteri reali e forti. In molte abbiamo dubbi, anche in base all’esperienza, sull’efficacia di un Ministero delle Pari opportunità, riguardo a come fin qui abbiamo visto esercitare la delega alle Pari Opportunita (ricordiamo, infatti, che un vero Ministero dedicato ai diritti delle donne l’Italia non l’ha mai avuto). Alcune guardano con favore alla scelta francese, cioè un ministero che valuta preventivamente tutti gli atti degli altri dicasteri (per vagliare ed eventualmente correggere, progetti e proposte in base a rigorose valutazioni di impatto di genere); altre al metodo dei Paesi scandinavi.
Certo si possono e si devono considerare strade nuove.

Ma senza relazioni paritarie, rispettose delle esperienze già fatte e delle differenze, questo non sarà possibile.
Abbiamo bisogno di superare i metodi impositivi della politica maschile tradizionale; in caso contrario il significato delle parole, incluse quelle del premier Letta, continuerà a venire svuotato da comportamenti dirigisti ormai obsoleti.

Si tratta, con coraggio, di fare un passo in più, nominando una ministra che potrà essere anche la stessa Cecilia Guerra, apprezzata da tutte noi per le sue capacità e competenze.

Certe che il Presidente del Consiglio vorrà tener conto di questi spunti, nel frattempo con stima rivolgiamo alla Vice Ministra Cecilia Guerra i nostri più sentiti saluti e auguri di buon lavoro.

2 Luglio 2013 • prime firme:
ABA Associazione Anoressia Bulimia
Amiche di ABCD
Assolei
Matilde Baroni/fisica e scrittrice
Luisa Betti/Giornalista - blog Antiviolenza
Marina Calloni/Filosofa politica e sociale - Univ. Milano-Bicocca
Laura Cima/Laboratorio Politico Torino 
Sabina Ciuffini/Unaqualunque
Corrente Rosa
Caterina della Torre/Dols
Noemi Di Gioia /giornalista e scrittrice
Donne che si sono stese sui libri e non..
Donne della realtà
Donne e basta
Donne e informazione
Donne inQuota
Donne ultraviolette
Donne per Milano
Maria Pia Ercolini/Toponomastica femminile
FimminaTv
Gio (osservatorio studi di genere delle 4 università romane)
inGenere
Emanuela Irace
Le nostre figlie non sono in vendita
Liberadonna
L'Oro delle Donne
Lorella Zanardo/il Corpo delle Donne
Marea
Noi Donne 2005
Parimerito
Power & Gender
Radio delle Donne
Rete Donne per la Rivoluzione Gentile
Rete per la Parità
Barbara Spinelli/Giuristi Democratici
Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza nella città
TerradiLei 

mercoledì 5 giugno 2013

Nati marci

Saranno marci, disse qualcuno parafrasando una nota serie televisiva. Ma alcuni nascono già famosi, e certi forse marci ci sono già nati. 
Gente che a 19 anni già dichiara:
«Dichiaro di volermi arruolare nell'Esercito di Silvio per difendere il presidente Berlusconi e combattere al suo fianco la Guerra dei Vent'anni…».
«Via la scorta per Roberto Saviano! ci sarebbero una decina di uomini in più a garantire la sicurezza dei cittadini e a lottare contro mafie e droghe».
«Sono da sempre (dall'asilo) impegnato per la causa della liberazione di Cuba dal castrismo-comunista».
«Ho sostenuto alle recenti elezioni presidenziali russe Vladimir Putin direttamente, anche attraverso convegni ai quali ho partecipato all'estero e in Italia, e smentisco ogni tipo di broglio». 
«Ho avuto definitivamente la conferma che i tedeschi germanici sono un popolo barbaro ed inferiore... a Roma direbbero: pidocchi rifatti. Ciò che hanno, lo hanno imparato da noi e il resto lo hanno copiato male. Gran poca cultura e civiltà, scarsa accoglienza. È la quinta volta che vado in Germania, credo ormai di poterlo dire».
«Ho appena rilasciato un'intervista ad Al Jazeera e adesso sento il bisogno di rilassarmi col mio cagnolino».

E' il sig. Berto Bertoldi. Nome d'arte? no, lui Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno nemmeno l'ha mai letto. Brillante promessa dell'agone politico (e relativo magone), il sig. Berto Bertoldi è impegnato a leggere «Da Keynes in avanti…»: come dice la talent scout e sua méntora, «on. Ss. Biancofiore».

martedì 4 giugno 2013

Come Berlusconi e Ghedini, anche le Iene contro i giudici: direttore, confermi? direttore: rispondi

L'avevo appena bisbigliato, su questo stesso blog - come sempre inudibile da chicchessia, ma l'avevo comunque ronzacchiato, proprio un attimo fa, questo concetto di cui resto fermamente convinta: gli autori di calunnie gravissime contro i giudici andrebbero denunciati.
E.. che c'entra questa foto? lo vediamo dopo.
Stavo dicendo.. ah si: che le continue calunnie contro la magistratura non dovrebbero essere tollerate come acqua fresca. Specialmente in un paese in cui si pretende che qualcuno, in quanto "votato" dai cittadini, possa impunemente rendersi colpevole di tutto quello che gli pare: sul modello di Putin e di tutti i dittatorelli del mondo. I quali, si sa, sogliono sempre più camuffarsi da "democraticamente eletti". E da chi? dal ppo-po-lo (per la pronuncia corretta la patata in bocca è d'obbligo), no? cioè da quei cittadini rimbambiti dall'ossessione mediatica ininterrotta e ineludibile diramata da enne-tv, quotidiani, rivistacce di gossip, siti e social network. L'intero esercito di strombazzatori di balle che è sempre nelle disponibilità dei dittatorelli, che insegue "il cittadino" sul suo terreno, a tutti i livelli e negli anfratti di tutti gli strati sociali e culturali: dagli schermi di tv e computer, su mille canali e a tutte le ore; dai bar del mattino agli uffici dei commercialisti, dalle sale d'aspetto dei dentisti a quelle del chirurgo plastico, dai sedili dei treni a quelli del cesso, dai club di golf ai parrucchieri, callisti e manicure, depilatori e massaggiatori (tutti ingolfati dalla sotto-dis-informazione che vi prolifera come le colonie di acari sotto ai tappeti). Eccetera.
Ma torniamo a noi. Qualcosa fa pensare che i canali di chi più calunnia la magistratura (appunto) siano stati invitati a impegnarsi un po' di più: si direbbe che qualcuno si sia spremuto le meningi, e con un certo successo. Tipo... per esempio:
X. ma... quei fanigottoni delle Iene... che cavolo fanno? 
Y. bè, dottore.. sono un "programma di denuncia".. certo non possono cantare il coro con Ghedini! 
X. ma quanta ingenuità! ma vi devo insegnare tutto io..?? la magistratura si può screditare da tanti lati... o no? 
Y. bè, certo.. bisognerebbe trovare qualche caso eclatante.. strappalacrime.. un novello tortora.. o qualcosa di scabroso, che appassioni il popolaccio..
X. ecco: fuochino. Dai che ti dò un aiutino: per esempio prendendo anche 2 piccioni con una fava!
Y. mmmhh.. sarebbe..?
X. sarebbe: un calcio in faccia alla magistratura, e 2 a quelle stronze delle femministe. Che a noi garantisti a cui piace la gnocca sono sempre state sulle palle. 
Ogni relazione fra questo divertissement e la lettera che segue è puramente casuale. Sono certa, certissima, che la prima a sottoscriverla sarebbe stata Franca Rame. In sua mancanza sottoscrivo io, e  mi associo a tutte quelle, e quelli, che l'hanno già sottoscritta:

Al Direttore di rete Italia Uno, 
Egr. Luca Tiraboschi lucatiraboschi@mediaset.it
E, per conoscenza: 
Uff. Stampa progammazione di Italia Uno, 
Gent.ma Tiziana Mazzola ufficiostampa@mediaset.it
Redazione di Le Iene redazioneiene@mediaset.it
SLC - Sindacato dei Lavoratori della Comunicazione, 
Segretario Francesco Aufieri segreteria.nazionale@slc.cgil.it
Egregio Direttore Tiraboschi,
ultimamente un notissimo programma di intrattenimento e informazione di Italia Uno, Le Iene, reso molto popolare da servizi di denuncia che portano alla luce episodi di ingiustizie, truffe e corruzione, si è reso (inaspettatamente) portatore di contenuti fuorvianti e pericolosi riguardo alla percezione del tragico fenomeno della violenza di genere. 
Al punto di raccogliere l’idea, sostenuta da alcuni, che le denunce presentate dalle donne contro violenze sessuali e domestiche, o atti di pedofilia, sarebbe in gran parte “falsa”, addirittura indotta da un presunto malcostume femminile di denunciare “falsi abusi” al puro scopo di fare dispetti a persone di sesso maschile o di ricattare i rispettivi compagni.

Un’idea rivoltante, che nessun riscontro ha nella realtà, e che comporta il gravissimo pericolo di alzare ulteriormente il tasso di misoginia in un paese che vanta già un tristissimo primato nel continuo susseguirsi di femminicidi.

Un’idea che fa capolino anche in un servizio dall’eloquente titolo “Stupro o sesso?” presentato nella puntata del 2 giugno, in cui si mette in dubbio una sentenza di colpevolezza per stupro aggravato, senza alcun elemento serio. Dunque sulla base di cosa? Del parere dei due condannati.
Un servizio che ci ha profondamente indignato. I due uomini, condannati a 5 anni per stupro di gruppo e lesioni personali aggravate, hanno potuto dichiarare, davanti a milioni di persone, che la sentenza è persecutoria in quanto basata praticamente sul nulla: loro sono innocenti, in quanto adescati da una donna che ha richiesto di far sesso con loro. Cioè il quadro è esattamente lo stesso fornito eternamente dagli accusati, in tutti i processi per stupro che si rispettino: le vere vittime sono loro, mentre il colpevole è chi denuncia lo stupro. Una donna colpevole di calunnia e di avere ingiustamente devastato la loro vita di bravi ragazzi e lavoratori.
In nessun conto sono tenute le lesioni riscontrate dalla vittima al pronto soccorsoabrasioni agli arti, ecchimosi diffuse in tutto il corpo e sul volto. Secondo l’autorevole parere degli intervistati la ragazza se li è procurati nella passione di un atto consenziente: girandosi più volte nell'erba, e poi stava carponi sul terreno, è normale che avesse dei graffietti sulle ginocchia.
E perché la ragazza avrebbe deciso di affrontare un processo per stupro?
perché il giorno dopo si sarà pentita: di cosa? della sua intraprendenza sessuale, e avrà voluto dimostrare che non era colpa sua, andando così a denunciare i due sconosciuti al solo scopo di danneggiarli.
E cosa avrebbe giustificato un servizio che, oltre a colpevolizzare una vittima, infanga il lungo e paziente lavoro degli inquirenti? inesistenti risvolti oscuri.
In conclusione, il conduttore commenta la vicenda adombrando che questa sentenza non convince, e conclude dicendo: non esprimiamo giudizi, ma aspettiamo l'esito del processo di appello.
Si, anche noi. Con fiducia verso la magistratura, che non pensiamo metta in atto strategie persecutorie verso il genere maschile.

Ultimo, e non meno importante: i processi si devono fare solo nelle aule di giustizia, dove sono valutati gli elementi reali per farli. Non in tv, per giunta dando la parola ai soli accusati. Ferme tutte le garanzie costituzionali a difesa degli imputati e delle vittime, la giustizia "fai da te" suggerita in questo servizio delle Iene è inaccettabile nella tesi adombrata, e anche nel metodo, gravemente scorretto.

Pensiamo che il programma e i responsabili di rete si debbano scusare, e sconfessare senza reticenze simili contenuti e la filosofia che vi è sottesa. Noi, invitando a una maggiore vigilanza nella qualità dei messaggi, e negli esiti che possono avere, chiediamo le scuse formali.
3 giugno 2013

giovedì 9 maggio 2013

Denunciamo gli autori di calunnie gravissime contro i giudici

Mi associo al post della figurina qui sotto, e sinceramente mi chiedo: ma a dei parlamentari e cariche istituzionali varie, davvero è concesso di infangare i magistrati che hanno condotto e concluso un lungo e difficile processo, bollandoli di persecutori che condannano senza avere elementi per farlo?

E' lecito accusare pubblicamente i giudici di essere giudicanti a casaccio e a vanvera, che abusano del loro potere in nome di vendette personali? Addirittura a fini politici, e dunque di complotto?
Davvero è concesso a costoro di "informare" l'opinione pubblica che "la condanna è incomprensibile"?(???) - in quanto senza prove, si suppone - strombazzando le loro calunnie da tutti i canali di informazione, del servizio pubblico incluso? E la stessa cosa, sarebbe forse concessa a un poveraccio qualunque? 
Sono o no, precise accuse di aver commesso reati, le cose che costoro strombazzano in pura tranquillità? 
E se platealmente accusano, come accusano, importanti funzionari pubblici di gravi abusi di ufficio e di potere, non dovrebbe scattare in automatico un'indagine della Magistratura sui suddetti giudici? per poi tradursi, ovviamente, in imputazione per calunnia aggravata dei promotori di simili accuse?
Perché accettiamo sempre tutto, non andiamo a fondo delle cose? perché non mandiamo mai a fondo questa pletora di pericolosi delinquenti, e anzi continuiamo a mantenerli nel lusso?


lunedì 29 aprile 2013

Ladri di partiti: restituite il PD ai suoi proprietari

Ai ladri di partito eravamo abituati. Mal dal PSI in poi avremmo dovuto capire che esiste un tipo di ladro politico ancora peggiore: ed è il LADRO DI PARTITI. Si introduce in un partito che ha ambizioni di sinistra e ci fa uova come un baco, lo scava da dentro, lo invade tutto con la sua verminosa progenie, e poi se lo porta via. 
Quello che è appena successo in Italia non sarà stato un GOLPE in senso classico; ma un golpe di partito senz'altro si, e la conseguenza è un ribaltamento dei risultati delle elezioni. Il mio parere? Questo PD, forse, è oramai troppo marcio a livello di tutta la dirigenza. Ma mai dire mai, e comunque - non fosse altro che per una questione di giustizia - la base dovrebbe riprenderselo costi quel che costi.
Il PD sia restituito ai suoi proprietari. Probabilmente impossibile ottenerlo, ma obbligatorio esigerlo: fuori traditori, bugiardi e azionisti PDL.




















   

sabato 27 aprile 2013

Arsenico e vecchi merLETTA: si ri/parte per una nuova vecchia avventura

Obiettivo patatrack: perfettamente equipaggiati, alle 17,17 in punto del 27 aprile 2013 si ri/parte.

La minestra dei ministri è servita

La ROSA dei MINISTRI del nuovo governo che sta sbocciando (parole di Mentana) profuma delle bocciature di Boccia, e delle più soavi sfumature dell'intelligenza democristiana.
Bè. Più che una rosa sembra una CHIAZZA DI MINESTRA rivomitata per incompatibilità degli ingredienti. Nel guazzabuglio una cosa certa si distingue: è una gran presenza di parenti serpenti ben mescolati far loro. Napolitano: "è governo politico, lavori con spirito di coesione". Umorismo involontario.
Nella mescolaglia (lavoro di cesello, dicono) diversi nomi che avremmo apprezzato anche in un governo decente. E perfino! si vanta Letta - godendo con sobrietà - un'alta presenza di donne. Per una volta siamo invitate a essere complici. Ma non so, se devo gioire.
Ora, relax totale per tutti i carcerandi, e anzi premi per tutti - magari Berlusconi senatore a vita, perché no? Qualche mese di pazzi divertimenti, alla faccia nostra. Poi un (nuovo) fallimento plateale, da addossare interamente alla sinistra in vista di una nuova, bella vittoria elettorale del partito della mafia. E via, verso una nuova avventura: il secondo ventennio della tragedia berlusconiana.
Non hanno ancora finito di farmela ingozzare, e la minestra corrosiva ho già voglia di rivomitarla.


Enrico Letta: il grande bugiardo

Esiste una persona ancora più bugiarda perfino di Silvio Berlusconi: ed è Enrico Letta. 
26 aprile 2013 La linea del governo si decide a cena, in 3: Letta zio, Letta nipote, e il delfino Alfano. Ma sentiamo lealtà e coerenza nell'ultimo anno di dichiarazioni del premier a sorpresa Letta-nipote:
Di Enrico Letta:
25 aprile 2013 Ho sentito Berlusconi al telefono per 30 secondi, non è previsto un incontro per domani [vero, l'incontro era con PDL-zio e PDL-delfino]. Da lui è stata una telefonata di incoraggiamento
(..) bisogna far ripartire il Paese anche per superare il crollo verticale della credibilità della politica.

23 aprile 2013 [dal documento imposto senza discussione alla Dirigenza nazionale del Pd, ndr]: Il paradossale effetto dell’inutile vittoria elettorale della coalizione Italia Bene Comune è stato enfatizzato dagli errori commessi nella definizione e, ancor più, nell’attuazione della strategia [errori??? ndr] per l’elezione del Presidente della Repubblica; enfatizzati dalla violazione del fondamentale patto di lealtà che connette tra loro dirigenti e militanti [il Diavolo, in confronto? un dilettante, ndr] come le forze politiche alleate. (..) Dobbiamo ringraziare il presidente Giorgio Napolitano per la sua disponibilità a proseguire nel faticoso compito di rappresentare l’Italia tutta e, a maggior ragione, per l’inequivocabile messaggio rivolto a tutte le forze politiche a garantire un governo al Paese, cui spetta il compito di fronteggiare la gravissima crisi sociale ed economica per scongiurarne i suoi drammatici effetti. Il messaggio è stato raccolto dalla Direzione nazionale che ha approvato, a larghissima maggioranza (??? ndr), il documento con cui offre pieno sostegno al tentativo del Presidente della Repubblica e mette a disposizione le proprie forze e le personalità del partito utili a formare il Governo. Superando la fase fin troppo emozionale della discussione interna al Partito Democratico (discussione pari a zero, ndr), è nostro dovere provocare il confronto con iscritti e simpatizzanti [leggi: fargli ingoiare con ogni mezzo, ndr], a partire dalle Assemblee che dovranno essere svolte in ogni Circolo ed in ogni altro ambito possibile ed occasione propizia. Assumiamo questo impegno a maggior ragione nella prospettiva dello svolgimento del congresso che ci consenta, finalmente, di superare le nostre contraddizioni [solo se la base vi butterà fuori a calci, ndr] e di ristabilire la connessione con il territorio e la comunità civica di cui siamo parte (no, da quello voi ormai  siete fuori da un pezzo, fatevene una ragione, ndr)"

8 aprile 2013 Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso [vero: Letta-nipote-e-zio pensavano semmai a un Letta-Alfano, ndr]. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile.

29 marzo 2013 I contrasti aspri fra le forze politiche rendono non idoneo un governissimo con forze politiche tradizionali.

20 marzo 2013 Berlusconi oggi propone un governo della concordia. Ma con quale coraggio e con quale coerenza lo fa, dal momento che nell’unico caso in cui sostenevamo lo stesso governo per fronteggiare la crisi più grave del dopoguerra ha tolto la spina prima del tempo solo per i suoi interessi, perché voleva andare a fare la campagna elettorale? 

12 marzo 2013 Non tenti la destra di rovesciare le cose e usare il monito di Napolitano a coperture delle proprie ingiustificabili manifestazioni sulle scalinate del Tribunale di Milano. Pensi il Pdl invece a riflettere sulle argomentazioni del Presidente e a rispettare i principi costituzionali di autonomia dei poteri.

9 marzo 2013 L’agenda del Pdl ha un solo punto: la difesa di Berlusconi.

8 marzo 2013 Grande coalizione? Fossimo in Germania e ci fosse la Merkel sarebbe la soluzione perfetta. Purtroppo siamo in Italia e c’è Berlusconi, la vedo complicata. 

6 marzo 2013 Nel dire no a un governo con Berlusconi non dobbiamo avere alcuna ambiguità, mentre dobbiamo sfidare Grillo senza rincorrerlo.

21 febbraio 2013 Abbiamo chiaro da tempo che l’errore fatto negli anni Novanta e quando abbiamo governato è stato di non riuscire a fare una buona legge sul conflitto di interessi e la riforma del sistema radiotelevisivo. E anche se i buoi sono scappati dalla stalla, in questa legislatura bisogna rimediare a tutti i costi: il Pd obbligherà Berlusconi a sciogliere i suoi conflitti di interesse se si vuole ricandidare. Il suo ruolo di tycoon mediatico è emerso in tutta la sua pesantezza anche in questa campagna elettorale. Sarebbe cambiata la storia del Paese se la legge si fosse fatta prima, perché Berlusconi ha usato in modo sempre scorretto il suo potere

8 febbraio 2013 I voti a Berlusconi? Era assurdo pensare che non ci fosse chi voleva votare per chi difende l’evasione fiscale, visto che in Italia c’è il 20 per cento di evasione fiscale e gli evasori fiscali votano. 

4 febbraio 2013 La proposta di rimborsare l’Imu finanziando l’operazione con la tassazione dei capitali italiani in Svizzera non è credibile: perché la fa Berlusconi, perché è basata su premesse che non tengono conto della verità, perché non si poggia sulla possibilità di realizzarla dal punto di vista della solidità politica. Berlusconi è l’uomo che ha fatto quasi fallire l’Italia e che ora si ripropone, rovesciando la verità e facendo promesse irrealizzabili, contando sul fatto che gli italiani ogni tanto hanno la memoria corta. L’alternativa è tra noi e Berlusconi

30 gennaio 2013 Berlusconi è come Sylvester Stallone o Jean-Claude Van Damme nel film I mercenari, come quei personaggi che ritornano e a 65 anni fanno le cose che facevano quando ne avevano a 25: patetico e bollito.

25 gennaio 2013 C’è stato un periodo in cui andando all’estero a noi italiani ci deridevano per il “bunga bunga” piuttosto che apprezzarci per i tanti cervelli costretti a emigrare. 

15 gennaio 2013 L’Italia è stata distrutta da Berlusconi, che sta cercando ancora una volta di rendere questa campagna elettorale ansiogena ai limiti della guerra civile

14 gennaio 2013 Berlusconi non torna, perché i danni che ha fatto al Paese sono tanti e gli italiani non hanno una memoria così fallace

12 gennaio 2013 Il disastro e la vergogna. Berlusconi, con lo spettacolo, cerca di far dimenticare entrambi al Paese. Lui è il nostro vero avversario. E dobbiamo battere il suo populismo. Confidiamo nella memoria degli italiani che sanno che, dopo tre anni di governo Berlusconi, le famiglie e le imprese si trovavano a pagare i mutui cinque volte tanto rispetto a tedeschi e francesi.

2 gennaio 2013 Alle bugie di Berlusconi risponderemo colpo su colpo [con altrettante balle ancora più belle, ndr] . Bisognerebbe aprire una commissione parlamentare d’inchiesta su di lui.

31 dicembre 2012 Risponderemo colpo su colpo alle parole vergognose sul presidente Napolitano pronunciate da Silvio Berlusconi.

28 dicembre 2102 Se dovesse esserci necessità di governare con un alleato, non potremmo rivolgerci né a Berlusconi né a Grillo: il ragionamento andrà fatto con coloro con cui condividiamo la scelta europeista e dunque con Monti e le forze di centro. 

23 dicembre 2102 Tra Pd e Monti ci sarà dialogo e competizione leale. Il nostro avversario comune è Berlusconi.

1 dicembre 2102 La prospettiva di un Berlusconi-5 la vendetta è una idea repellente rispetto alla buona politica.

3 ottobre 2012 Nella prossima legislatura non possiamo governare con un patto politico con Berlusconi. Ha distrutto il lavoro di Alfano (lavoro di Alfano?? ndr) per rendere il Pdl un normale partito conservatore europeo e l’ha fatto tornare alla logica di Arcore, per noi inaccettabile. 

23 agosto 2012 Quella di una Grande Coalizione col Pdl è una prospettiva completamente affossata dal ritorno di Berlusconi, responsabile della situazione molto negativa nella quale il Paese si è ritrovato.

22 agosto 2012 L’ipotesi di una grande coalizione col Pdl dopo le elezioni è molto lontana. E la lontananza è data dal ritorno in campo di Silvio Berlusconi, che rende questa ipotesi poco credibile.

3 luglio 2012 Il governo si regge su un patto politico chiaro: il Pd si è assunto la responsabilità di stare in una maggioranza con chi ci ha ridotto così, a patto che l’interlocutore non fosse Berlusconi. 

26 giugno 2012 Occorre un grande patto costituente tra progressisti e moderati che escluda dal governo i populismi di Grillo, Berlusconi e Di Pietro. 

Fonte della maggior parte delle citazioni: il Fatto Quotidiano

PS - Si legge Macchiavelli, si legge bugiardi (Gioia)
PPS - Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi (Gv. 8, 32)

venerdì 26 aprile 2013

Da PD e PDL al popolaccio e ritorno: citazioni bibliche e anatemi porta-sfiga

Abbiamo visto tutti come, nel secondo streaming Pd-5stelle, da quegli antipatici Letta non si sia lasciato trattar male come hanno fatto con Bersani. Ah, il 25 aprile sarebbe morto? zac! anche Dio è morto, ma dopo 3 giorni è risorto, li infilza Letta
Certo, loro perdono l'occasione di farglielo notare, ma noi sappiamo bene tutti che chi risorge, qui, è il Diavolo.
A maggior ragione troviamo fuori luogo la citazione biblica, e qui decretiamo che quest'ultimo abuso porterà sfiga ai nostri spudorati Macchiavelli e ai loro amici.
In via del Nazareno (oltre a dimenticare che il Nazareno amava gli agnelli) dimenticano di guardarsi «dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete» (Mt 7, 15).
I frutti non sono solo il potere e il soldi che ci si mette in tasca, ma il rapporto fra pulizia e sporcizia che ci teniamo dentro e fra il male o il bene che si riesce a diffondere, la fioritura che si vede intorno a sè.
Il PD marcio vede solo marciture.

Per inciso (dato che di santi stiamo parlando) l'ennesima pessima figura arriva in un momento in cui, invece, la Chiesa mostra di sapere ascoltare. Il nuovo Papa, a partire dal nome scelto, che non ci prende per il culo lo sa dimostrare: dalla lavanda dei piedi, in cui si china (anche) ai piedi delle donne (aprendo così idealmente, addirittura al sacerdozio femminile); alle prime bordate contro l'oscurantismo, tendendo la mano ai divorziati, fino addirittura a voler riformare lo IOR per farne una Banca Etica... e infine a onorare, finalmente, Romero - con tutto quello che questo comporta.
Eppure la Chiesa non aveva promesso niente.

Invece il PD si. E sono anni che la cosiddetta "parte sana" del PD e dintorni - i poveracci che si mettono in fila e sganciano 2 € per andarli a votare, si lascia convincere a riprovarci, ma dico che questa volta - quella del pazzesco tradimento fatto al popolo delle Primarie, sarà l'ultima.
Io maledizioni non posso lanciarne! e mai lo farò. Perché osservo la prescrizione sacra che ordina di "essere il maledetto, ma mai colui che maledice".
Però, restando in tema di citazioni, di sacro e di profano, lascio a quanti si impossessano del paese, e del bene delle persone, senza rispetto per la verità, una piccola citazione dal Deuteronomio:
"Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci. Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvagie per avermi abbandonato. Il Signore ti farà attaccare la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese, di cui stai per entrare a prender possesso. Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l’infiammazione, con l’arsura, con la siccità, il carbonchio e la ruggine, che ti perseguiteranno finché tu non sia perito. Il cielo sarà di rame sopra il tuo capo e la terra sotto di te sarà di ferro".

Chi sa di aver fatto, o star facendo, cose diaboliche, si tocchi pure le palle.



Però... peccato! La Serracchiani

Promossi e bocciati. Ma da chi?
«Il popolo chiese ai suoi governanti di cambiare le decisioni adottate, i governanti decisero di cambiare il popolo» disse Brecht. Prima che chiudano la possibilità di commentare, non perdetevi la pagina facebook del Partito Democratico: passano i giorni, ma senza diminuire di intensità (circa un messaggio al secondo) scoppiettano solo post inferociti. Senza nemmeno bisogno della minima cultura, bastano un po' di buon senso e di citazionismo per ricordare che a volte siamo costretti a cambiare noi stessi (Viktor Frankl, sopravvissuto all’Olocausto). Ma a ben vedere (e tanto per cambiare), qui: chi cambia chi? 
Il PD è riuscito a cambiare perfino Debora Serracchiani.
Tre giorni fa, neo-eletta Governatrice del Friuli e ancora con la faccetta pulita, Debora aveva osato parlare alla Direzione-farsa più farsa che si ricordi, dicendo le cose come stavano (e restano), e facendo domande sensate a cui tutti aspettavamo (e continuiamo ad aspettare) risposta. 
Dato che era neo-eletta, detta anche raggio-di-sole, l'avevano pure lasciata parlare, dandole perfino una farsa-rispostina, imbastita da quel povero martire di Bersani, che colpe ne ha. Oggettivamente, ne ha. Ma soprattutto ha ricevuto il ruolo di portare tutte quelle degli altri
E insomma Serracchiani alle domande poste in Direzione, di risposte ne ha avute zero
La risposta seria, a occhio e croce, è arrivata dopo. Fatto sta che nel giro di una capriola il faccino del cambiamento ha messo su il cerone del padrone, e tuona: ESPULSIONE PER CHI NON VOTA IL PASTICCIONE CON IL PIDIELLONE. Prendi nota: chi sono i bocciati dal Boccia?

Ma la lealtà.. non era la carta da giocare contro i traditori? Dal partito se ne devono andare quelli che lo hanno distrutto, i 101 che hanno affondato Prodi! osava dire la leale Puppato.

No. Contrordine compagni. Serracchiani dei 101 si è dimenticata: la lealtà, ora, si deve a Letta. C'è bisogno di lealtà! grida il giovane e slealissimo Renzi. C'è bisogno di lealtà! controcanta la giovane e chissàquanto spaesata Debora. Ma la realtà è che c'è bisogno di letta: Letta-zio, e Letta-nipote.

La lealtà non è della politica - di quella che ci fa schifo, intendo. Quella che vince.
Quindi, ora, ai 101 i posti da Ministro e tante congratulazioni; tranne da noi popolobue. Chi se ne deve andare è Puppato. E Mineo. E Civati. Per fare 4 gatti ne manca uno, ma di certo un quarto c'è. Tutti gli altri se ne andranno volontariamente.


Grillo: sei coinvolto. Dirigente del PD: sei coinvolto. E non parliamo di tutti gli altri.