Siamo condannati ad amarci. Oppure a farci solo danno tutto il tempo, l'un l'altro, come imbecilli.
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mercoledì 6 aprile 2011
venerdì 18 febbraio 2011
Le donne stanno trainando tutte le rivoluzioni. Eppur sempre tenute fuori dalla porta
Oppure potremmo dire: SEMPRE (ancora) tenute fuori dalla porta, eppure sono proprio le donne che stanno trainando le rivoluzioni.
Ve ne siete accorti? la grande potenza di opposizione appena dimostrata con "se non ora quando" dalle donne italiane non è che un aspetto di quanto sta accadendo in tutto il mondo, anche là dove fare opposizione è davvero pericoloso: il presidente eletto della Resistenza iraniana è una donna; la leader della resistenza birmana è una donna; è una donna la leader delle rivolte nello Yemen, e anche se non ce fanno vedere sono molte le donne che stanno infiammando l'Egitto - da Nawaal El Sadawi ad Asmaa Mahfouz. Eppure, come denuncia l'Egyptian Centre for Women's rights, che scrive: "the constitutional committee has start working while neglecting and excluding female legal experts", le esperte di sesso femminile sono state prontamente e allegramente ESCLUSE, senza tanti complimenti, dai lavori della nuova commissione costituzionale del dopo-Mubarak.
La decisione di non includere alcuna donna nella commissione ha un che di grottesco se si pensa che gli obiettivi dichiarati della rivoluzione sarebbero "eguaglianza, libertà, democrazia e partecipazione di tutti i cittadini. Uomini e donne".
Ma siamo abituate, tanto, no?
Andremo avanti con gli strumenti che ci sono concessi; poveracciume. Sola consolazione è che sempre più uomini stanno comprendendo che accettare questo stato di cose è una presa per il culo pure per LORO. E non è una consolazione da poco; qualcosa di veramente nuovo nella storia dell'umanità: perciò per i dittatori potrebbe rivelarsi MOLTO PIU' PERICOLOSA di quanto riescano ora a immaginare. Ipsa dixit. :D
Ve ne siete accorti? la grande potenza di opposizione appena dimostrata con "se non ora quando" dalle donne italiane non è che un aspetto di quanto sta accadendo in tutto il mondo, anche là dove fare opposizione è davvero pericoloso: il presidente eletto della Resistenza iraniana è una donna; la leader della resistenza birmana è una donna; è una donna la leader delle rivolte nello Yemen, e anche se non ce fanno vedere sono molte le donne che stanno infiammando l'Egitto - da Nawaal El Sadawi ad Asmaa Mahfouz. Eppure, come denuncia l'Egyptian Centre for Women's rights, che scrive: "the constitutional committee has start working while neglecting and excluding female legal experts", le esperte di sesso femminile sono state prontamente e allegramente ESCLUSE, senza tanti complimenti, dai lavori della nuova commissione costituzionale del dopo-Mubarak.
La decisione di non includere alcuna donna nella commissione ha un che di grottesco se si pensa che gli obiettivi dichiarati della rivoluzione sarebbero "eguaglianza, libertà, democrazia e partecipazione di tutti i cittadini. Uomini e donne".
Ma siamo abituate, tanto, no?
Andremo avanti con gli strumenti che ci sono concessi; poveracciume. Sola consolazione è che sempre più uomini stanno comprendendo che accettare questo stato di cose è una presa per il culo pure per LORO. E non è una consolazione da poco; qualcosa di veramente nuovo nella storia dell'umanità: perciò per i dittatori potrebbe rivelarsi MOLTO PIU' PERICOLOSA di quanto riescano ora a immaginare. Ipsa dixit. :D
domenica 12 dicembre 2010
Violenza contro le donne: CONTROVOGLIA, ma per una volta parliamone
Sono PIGRA. Ve n'eravate accorti? Però questa volta non devo lavorare molto.. preferisco di gran lunga accogliere l'invito di Donne ultraviolette UNO, che su Facebook oggi hanno fatto una nota e chiosato in fondo: "Se siete d'accordo con questa riflessione, PER FAVORE.. condividetela! grazie". Prego! grazie a voi per averla scritta per me, non avrei saputo fare di meglio, e spero che la condivideranno anche altri:
"Questa pagina NON voleva parlare di violenza, ma solo di gioia. NON voleva recriminare e lamentarsi su nulla, ma guardare ad alternative, a scenari di bellezza possibili. ECCO perché parliamo malvolentieri di volenza: ma ci rendiamo conto che voler essere costruttivi, fiduciosi, aperti a un futuro diverso e determinati a crearlo con pensieri positivi NON può significare chiudere gli occhi davanti a realtà dolorose che l'ignoranza, e dunque l'INDIFFERENZA, nutrono come un veleno. Ed ecco perché riteniamo doverosa una riflessione: prendiamo spunto da 2 episodi di questi giorni, ma sono solo 2 esempi: questi episodi non si fermano mai. Come il tassametro.. solo in Italia una donna è uccisa dal fidanzato OGNI 3 GIORNI.
NOTIZIA 1 • La Stampa di ieri riporta il funerale di Anna Rosa, "uccisa 2 volte in 5 anni": sopravvissuta nel 2005 a 15 coltellate inferte dal fidanzato abbandonato, è stata uccisa da "solo" 6 coltellate, dello STESSO uomo, nello stesso punto. L’ex convivente, libero dopo soli 2 anni, ha potuto terrorizzarla e tormentarla indisturbato per anni, fino ad ucciderla: "Anna Rosa è morta martedì sera, colpita dal suo ex convivente .. ma aveva cominciato a morire il 13 luglio del 2005, quando lo stesso uomo, nello stesso ingresso di casa di lei, aveva cercato di ammazzarla non riuscendovi solo perché i soccorsi erano stati rapidi e l’ospedale a un passo".
Diamo un po' di numeri:
• 15 coltellate nel 2005
• 2 anni di carcere e poi tranquilla libertà per l'aspirante omicida
• 5 anni "di benevola giustizia per il carnefice", come scrive La Stampa
• 5 anni di molestie, minacce, vane denunce per la vittima: "anni di indicibile incubo",
• 6 coltellate mortali di martedì
• 1 funerale di venerdi
• 2 ragazzi orfani, di 12 e 17 anni
• ingiustizia e dolore senza riparazione e milioni, miliardi di lacrime.
NOTIZIA 2 • In luglio (sempre su Fb, ndr) viene "oscurata, senza motivazione o preavviso alcuno, una pagina sociale dedicata alla memoria di Valentina Maiorano e sua madre Carmela Linciano, entrambe vittime della furia omicida di Angelo Izzo, noto come mostro del Circeo". Per richiederne la riapertura i simpatizzanti della pagina ne aprono una seconda. Ma anche questa, oggi, è un relitto nel nulla: "non ha più amministratori", cioè sono stati cancellati i profili che la gestivano.
Scrive il giornalista (uomo) Michele Brambilla, autore dell'articolo su Anna Rosa: "forse troppo spesso noi giornalisti usiamo l’espressione «cronaca di una morte annunciata», ma se c’è una volta in cui queste parole non sono né retoriche né esagerate è proprio questa. Quel che è successo a Matera in questi giorni, anzi in questi 5 anni, ha dell’incredibile, così come è incredibile che la vicenda sia scivolata via ignorata da un media system tanto avido di storiacce di sangue e, a parole, tanto attento ai diritti delle donne". E qui... a proposito di MEDIA, se volete farvi 4 RISATE veramente AMARE, leggete questa notiziola su Rai UNO. ECCO: sull'argomento NON c'è altro da aggiungere. Condividiamo, e ringraziamo Brambilla" (ringrazio anch'io, ndr).

"Più in generale, invece, diciamo: NON aggiungiamo odio all'odio alimentando odio di genere; cerchiamo di aiutarci a vicenda ricordando, sempre, che l'odio fra i sessi fa MALE A ENTRAMBI I SESSI: e dunque ANCHE ai maschi: e perciò maschi svegliatevi! venite in aiuto a voi stessi, che annaspate negli inganni che vi rendono violenti, e veniteci in aiuto. Cambiamo il mondo e salviamoci l'un l'altro RESISTENDO FERMAMENTE a ogni violenza, stringendoci intorno ai deboli, trovando il coraggio di essere solidali.. anche se a volte fa PAURA; e promuovendo solidarietà, gioia e fiducia" (concordo anch'io!!! ndr).
"Questa pagina NON voleva parlare di violenza, ma solo di gioia. NON voleva recriminare e lamentarsi su nulla, ma guardare ad alternative, a scenari di bellezza possibili. ECCO perché parliamo malvolentieri di volenza: ma ci rendiamo conto che voler essere costruttivi, fiduciosi, aperti a un futuro diverso e determinati a crearlo con pensieri positivi NON può significare chiudere gli occhi davanti a realtà dolorose che l'ignoranza, e dunque l'INDIFFERENZA, nutrono come un veleno. Ed ecco perché riteniamo doverosa una riflessione: prendiamo spunto da 2 episodi di questi giorni, ma sono solo 2 esempi: questi episodi non si fermano mai. Come il tassametro.. solo in Italia una donna è uccisa dal fidanzato OGNI 3 GIORNI.
NOTIZIA 1 • La Stampa di ieri riporta il funerale di Anna Rosa, "uccisa 2 volte in 5 anni": sopravvissuta nel 2005 a 15 coltellate inferte dal fidanzato abbandonato, è stata uccisa da "solo" 6 coltellate, dello STESSO uomo, nello stesso punto. L’ex convivente, libero dopo soli 2 anni, ha potuto terrorizzarla e tormentarla indisturbato per anni, fino ad ucciderla: "Anna Rosa è morta martedì sera, colpita dal suo ex convivente .. ma aveva cominciato a morire il 13 luglio del 2005, quando lo stesso uomo, nello stesso ingresso di casa di lei, aveva cercato di ammazzarla non riuscendovi solo perché i soccorsi erano stati rapidi e l’ospedale a un passo".
Diamo un po' di numeri:
• 15 coltellate nel 2005
• 2 anni di carcere e poi tranquilla libertà per l'aspirante omicida
• 5 anni "di benevola giustizia per il carnefice", come scrive La Stampa
• 5 anni di molestie, minacce, vane denunce per la vittima: "anni di indicibile incubo",
• 6 coltellate mortali di martedì
• 1 funerale di venerdi
• 2 ragazzi orfani, di 12 e 17 anni
• ingiustizia e dolore senza riparazione e milioni, miliardi di lacrime.
NOTIZIA 2 • In luglio (sempre su Fb, ndr) viene "oscurata, senza motivazione o preavviso alcuno, una pagina sociale dedicata alla memoria di Valentina Maiorano e sua madre Carmela Linciano, entrambe vittime della furia omicida di Angelo Izzo, noto come mostro del Circeo". Per richiederne la riapertura i simpatizzanti della pagina ne aprono una seconda. Ma anche questa, oggi, è un relitto nel nulla: "non ha più amministratori", cioè sono stati cancellati i profili che la gestivano.
Scrive il giornalista (uomo) Michele Brambilla, autore dell'articolo su Anna Rosa: "forse troppo spesso noi giornalisti usiamo l’espressione «cronaca di una morte annunciata», ma se c’è una volta in cui queste parole non sono né retoriche né esagerate è proprio questa. Quel che è successo a Matera in questi giorni, anzi in questi 5 anni, ha dell’incredibile, così come è incredibile che la vicenda sia scivolata via ignorata da un media system tanto avido di storiacce di sangue e, a parole, tanto attento ai diritti delle donne". E qui... a proposito di MEDIA, se volete farvi 4 RISATE veramente AMARE, leggete questa notiziola su Rai UNO. ECCO: sull'argomento NON c'è altro da aggiungere. Condividiamo, e ringraziamo Brambilla" (ringrazio anch'io, ndr).

"Più in generale, invece, diciamo: NON aggiungiamo odio all'odio alimentando odio di genere; cerchiamo di aiutarci a vicenda ricordando, sempre, che l'odio fra i sessi fa MALE A ENTRAMBI I SESSI: e dunque ANCHE ai maschi: e perciò maschi svegliatevi! venite in aiuto a voi stessi, che annaspate negli inganni che vi rendono violenti, e veniteci in aiuto. Cambiamo il mondo e salviamoci l'un l'altro RESISTENDO FERMAMENTE a ogni violenza, stringendoci intorno ai deboli, trovando il coraggio di essere solidali.. anche se a volte fa PAURA; e promuovendo solidarietà, gioia e fiducia" (concordo anch'io!!! ndr).
domenica 24 ottobre 2010
Da donne a Sindaco. Sul confronto con il mondo mussulmano: lettera aperta ai candidati Sindaci di Milano
Ricevo, e volentieri propongo non solo a nome mio:
Siamo un gruppo di donne che, come si sa che fanno le donne, commentano fra di loro e, come quasi tutte le donne che si pongono dei problemi oggi, sentiamo il disagio di non essere rappresentate da nessuno: nessuno (donne in politica comprese), pare che raccolga le nostre istanze e porti da nessuna parte il minimo pensiero che rispecchia i nostri.
Cogliamo dunque l'occasione dell'attenzione che in questi giorni va ai candidati sindaci per le primarie del Centro Sinistra (che come da copione sono tutti maschi), per rivolgere loro una domanda (e implicitamente relative richieste) su un argomento un po' spinoso... cioè i rapporti con il mondo mussulmano e relative problematiche.

Secondo quello che constatiamo parlando fra di noi, a noi pare che Milano abbia bisogno di un grande confronto con le sue componenti multietniche (e, per inciso, senza previlegiare una in particolare rispetto ad un’altra). Ma in questo caso non parliamo di etnìe, ma di religione: i candidati sindaci, infatti, si trovano a dover rispondere a richieste che provengono da una comunità fatta da provenienti da molti Paesi, il cui comun denominatore è solo la religione mussulmana.
Data la composizione della Milano immigrata, certamente c'è chi sente il bisogno di un grande luogo di incontro e cultura mussulmana, che sia anche luogo di preghiera.
Moltissimi che hanno paure più o meno indotte, e dunque anche razzistiche, si oppongono totalmente temendo che dietro tali luoghi si coltivi il fondamentalismo, con cui ormai (purtroppo) da molti l'Islam in toto viene confuso. E su questo va detto, senza voler entrare nelle molte polemiche che questo argomento può sollevare, che fra religione islamica e islamismo ci sono importanti differenze. Dietro questo apparente cavillo esiste veramente un problema importante, di cui trattano anche autorevoli studiosi di cultura e religione mussulmana; molti dei quali sono, appunto, mussulmani: pacifici e democratici.
Ma queste confusioni nascono anche dal fatto che di certi argomenti non si parla in modo abbastanza sereno, sono diventati sorte di tabù: da destra la tendenza è di demonizzare (salvo poi fare lucrosi affari con regimi religiosi autoritari), da sinistra di tollerare troppo acriticamente anche l'intolleranza altrui, per tema di non essere abbastanza tolleranti.
Ora, il fatto che (da destra e da sinistra, e per ragioni diverse), si glissi su importanti distinguo che si dovrebbero fare quando si parla del mondo mussulmano, o ci si confronta con esso, preoccupa non solo noi, ma soprattutto molte donne mussulmane dei più svariati Paesi (o di provenienza o cultura araba), le quali sono le prime vittime di un disegno che stravolge il dettato religioso a fini autoritari e guerrafondai. Solo per fare un esempio, citiamo le donne resistenti iraniane; ma in realtà parliamo anche di tantissime donne comuni che incontriamo ogni giorno: al mercato, davanti a scuola, per la strada.
La stessa confusione danneggia i numerosi mussulmani democratici e pacifici, che finiscono per restare senza voce, non rappresentati e non ascoltati. In particolare quelli che hanno subito (o subiscono), nei Paesi d'origine, dure repressioni da regimi gravemente autoritari; ma, nella loro resistenza, non sono sostenuti quasi da nessuno. Da destra li si usa come scusa per fomentare altre guerre, da sinistra li si ignora...
Così essi non trovano ambiti in cui esprimersi. Perciò svaniscono in un’assenza in cui paiono assentire: e nella quale, invece, si sentono solo impotenti. Qualcosa da cui si fa fatica ad uscire.. come da una ragnatela: una condizione che noi donne, che sembriamo oggi complici in massa del velinismo, conosciamo molto bene.
E, a questo proposito, non è vano ricordare che nel mondo mussulmano esistono anche le donne: cioè una categoria che riunisce in sè la condizione di essere mussulmana, e anche donna; e non tutte, specie trovandosi a vivere in una società occidentale, si identificano con rigide leggi religiose. Quello che abbiamo osservato è che, quando in Italia hanno iniziato a essere numerose, molte di queste donne che desideravano costruire un tessuto di emancipazione si sono riunite in associazioni in grado di rappresentarle; fra queste ne citiamo una per tutte, l'Acmid. E' naturale che queste forze cercassero, inizialmente, confronti con i settori più democratici del paese: dunque con l'area di sinistra.
Ma: tanta è stata l'indifferenza che hanno incontrato, che alla fine molte sono, letteralmente, cadute nelle mani di una destra che le ha strumentalizzate e in numerose occasioni usate come una clava. La stessa clava che, facendo roteare la paura dell'integralismo, vince fatalmente, sempre, le elezioni: e le vince NON con la legalità contro l'integralismo, ma con il razzismo contro l'integrazione.
A noi piacerebbe, invece, che qualcuno vincesse le elezioni nel nome di veri valori egualitari, che non mettano in secondo piano, rispetto alla tolleranza per tutti gli immigrati, la legalità e l'opposizione ferma ed esplicita a qualunque integralismo (e dunque sostenendo in modo inequivocabile diritti umani pieni e completi anche per le donne, di qualunque religione siano).
Su questo assunto la nostra richiesta ai candidati Sindaci è di assumere una posizione chiara, che citi esplicitamente anche la condizione femminile. E cioè che, nel cercare di gettare ponti con le comunità immigrate lo si faccia davvero nell'interesse di tutti: donne comprese. In questo caso, dunque, qualora si spendano promesse per la creazione di centri islamici, pur stabilendo la massima accoglienza, vorremmo che tali promesse fossero espresse anche ponendo, in modo esplicito, pregiudiziali ineludibili:
a. sulla necessità di rispettare integralmente le nostre leggi e,
b. sul rifiuto a tollerare, per nessuna ragione, che i diritti delle donne mussulmane che desiderano emanciparsi dalla tradizione siano calpestati in nome di una "diversa cultura".
La "lettera" finirà nella pletora di lettere aperte che sommergono i candidati sindaci e nessuno di loro la vedrà. Grazie a voi, però, per i vostri pareri. Per finire, così, per chi è interessato, segnalo un post dello UAAR dedicato alla campagna contro la sharia in Ingilterra, "una legge per tutti".
Siamo un gruppo di donne che, come si sa che fanno le donne, commentano fra di loro e, come quasi tutte le donne che si pongono dei problemi oggi, sentiamo il disagio di non essere rappresentate da nessuno: nessuno (donne in politica comprese), pare che raccolga le nostre istanze e porti da nessuna parte il minimo pensiero che rispecchia i nostri.
Cogliamo dunque l'occasione dell'attenzione che in questi giorni va ai candidati sindaci per le primarie del Centro Sinistra (che come da copione sono tutti maschi), per rivolgere loro una domanda (e implicitamente relative richieste) su un argomento un po' spinoso... cioè i rapporti con il mondo mussulmano e relative problematiche.

Secondo quello che constatiamo parlando fra di noi, a noi pare che Milano abbia bisogno di un grande confronto con le sue componenti multietniche (e, per inciso, senza previlegiare una in particolare rispetto ad un’altra). Ma in questo caso non parliamo di etnìe, ma di religione: i candidati sindaci, infatti, si trovano a dover rispondere a richieste che provengono da una comunità fatta da provenienti da molti Paesi, il cui comun denominatore è solo la religione mussulmana.
Data la composizione della Milano immigrata, certamente c'è chi sente il bisogno di un grande luogo di incontro e cultura mussulmana, che sia anche luogo di preghiera.
Moltissimi che hanno paure più o meno indotte, e dunque anche razzistiche, si oppongono totalmente temendo che dietro tali luoghi si coltivi il fondamentalismo, con cui ormai (purtroppo) da molti l'Islam in toto viene confuso. E su questo va detto, senza voler entrare nelle molte polemiche che questo argomento può sollevare, che fra religione islamica e islamismo ci sono importanti differenze. Dietro questo apparente cavillo esiste veramente un problema importante, di cui trattano anche autorevoli studiosi di cultura e religione mussulmana; molti dei quali sono, appunto, mussulmani: pacifici e democratici.
Ma queste confusioni nascono anche dal fatto che di certi argomenti non si parla in modo abbastanza sereno, sono diventati sorte di tabù: da destra la tendenza è di demonizzare (salvo poi fare lucrosi affari con regimi religiosi autoritari), da sinistra di tollerare troppo acriticamente anche l'intolleranza altrui, per tema di non essere abbastanza tolleranti.
Ora, il fatto che (da destra e da sinistra, e per ragioni diverse), si glissi su importanti distinguo che si dovrebbero fare quando si parla del mondo mussulmano, o ci si confronta con esso, preoccupa non solo noi, ma soprattutto molte donne mussulmane dei più svariati Paesi (o di provenienza o cultura araba), le quali sono le prime vittime di un disegno che stravolge il dettato religioso a fini autoritari e guerrafondai. Solo per fare un esempio, citiamo le donne resistenti iraniane; ma in realtà parliamo anche di tantissime donne comuni che incontriamo ogni giorno: al mercato, davanti a scuola, per la strada.
La stessa confusione danneggia i numerosi mussulmani democratici e pacifici, che finiscono per restare senza voce, non rappresentati e non ascoltati. In particolare quelli che hanno subito (o subiscono), nei Paesi d'origine, dure repressioni da regimi gravemente autoritari; ma, nella loro resistenza, non sono sostenuti quasi da nessuno. Da destra li si usa come scusa per fomentare altre guerre, da sinistra li si ignora...
Così essi non trovano ambiti in cui esprimersi. Perciò svaniscono in un’assenza in cui paiono assentire: e nella quale, invece, si sentono solo impotenti. Qualcosa da cui si fa fatica ad uscire.. come da una ragnatela: una condizione che noi donne, che sembriamo oggi complici in massa del velinismo, conosciamo molto bene.
E, a questo proposito, non è vano ricordare che nel mondo mussulmano esistono anche le donne: cioè una categoria che riunisce in sè la condizione di essere mussulmana, e anche donna; e non tutte, specie trovandosi a vivere in una società occidentale, si identificano con rigide leggi religiose. Quello che abbiamo osservato è che, quando in Italia hanno iniziato a essere numerose, molte di queste donne che desideravano costruire un tessuto di emancipazione si sono riunite in associazioni in grado di rappresentarle; fra queste ne citiamo una per tutte, l'Acmid. E' naturale che queste forze cercassero, inizialmente, confronti con i settori più democratici del paese: dunque con l'area di sinistra.
Ma: tanta è stata l'indifferenza che hanno incontrato, che alla fine molte sono, letteralmente, cadute nelle mani di una destra che le ha strumentalizzate e in numerose occasioni usate come una clava. La stessa clava che, facendo roteare la paura dell'integralismo, vince fatalmente, sempre, le elezioni: e le vince NON con la legalità contro l'integralismo, ma con il razzismo contro l'integrazione.
A noi piacerebbe, invece, che qualcuno vincesse le elezioni nel nome di veri valori egualitari, che non mettano in secondo piano, rispetto alla tolleranza per tutti gli immigrati, la legalità e l'opposizione ferma ed esplicita a qualunque integralismo (e dunque sostenendo in modo inequivocabile diritti umani pieni e completi anche per le donne, di qualunque religione siano).
Su questo assunto la nostra richiesta ai candidati Sindaci è di assumere una posizione chiara, che citi esplicitamente anche la condizione femminile. E cioè che, nel cercare di gettare ponti con le comunità immigrate lo si faccia davvero nell'interesse di tutti: donne comprese. In questo caso, dunque, qualora si spendano promesse per la creazione di centri islamici, pur stabilendo la massima accoglienza, vorremmo che tali promesse fossero espresse anche ponendo, in modo esplicito, pregiudiziali ineludibili:
a. sulla necessità di rispettare integralmente le nostre leggi e,
b. sul rifiuto a tollerare, per nessuna ragione, che i diritti delle donne mussulmane che desiderano emanciparsi dalla tradizione siano calpestati in nome di una "diversa cultura".
La "lettera" finirà nella pletora di lettere aperte che sommergono i candidati sindaci e nessuno di loro la vedrà. Grazie a voi, però, per i vostri pareri. Per finire, così, per chi è interessato, segnalo un post dello UAAR dedicato alla campagna contro la sharia in Ingilterra, "una legge per tutti".
lunedì 6 settembre 2010
33 frustate a Cristo, 198 frustate a Sakineh, 24 rose rosse da Totti
Voi che per caso passate di qua, vi chiedo di ascoltare anche la voce di questo moscerino. Per la famosa legge del "collegate i puntini", provate a seguirmi un momento, e vedere che disegno apparirà. Mi interesserebbe il vostro parere!
1. Sakineh
Solo una fra TANTE, eh, beninteso; ma di cui ora sappiamo: frustata 99 volte davanti al figlio adolescente, incarcerata per quasi 5 anni in un braccio della morte non precisamente in Svizzera, condannata per questo e quello, assolta per quest'altro, ricondannata di nuovo, in attesa di esecuzione a pietrate, previo interramento fino al busto, e si intende con pietrate non troppo grandi, in modo che non rischi di morire troppo in fretta; nel frattempo sottoposta a continue torture ripetute, false esecuzioni, eccetera, e ora (precisamente IERI) RI/frustata altre 99 volte. Altre NOVANTANOVE VOLTE.
2. Cristo
Quì, per inciso, ricordiamo che (perfino nella più truculenta scena di Mel Gibson), perfino Cristo - cioè la più celebre vittima-simbolo del supplizio crudele per eccellenza - ha ricevuto "solo" 33 frustate (TRENTATRE', un terzo di quelle inflitte a Sakineh a ogni macabro turno): e, pur essendo un uomo nel fiore degli anni, ne è uscito carponi e già quasi morto ammazzato.

3. Le reazioni e l'inspiegabile escalation
Il figlio di Sakineh, traumatizzato a vita, fa della sua esistenza una missione in favore della madre, la quale diventa simbolo di tutte le lotte a una barbarie che è inutile commentare. Di fronte all'indignazione che sale dal basso, naturalmente molti Governi son costretti a fare pressioni MA, anziché mediare in qualunque modo, il Governo di Amadinejad alza esponenzialmente la posta vomitando sempre nuove crudeltà, virulenza e perfino attacchi diplomatici.
4. L' (apparentemente) inspiegabile accanimento
Il tutto, per cosa..? per una donnetta indifesa, insignificante.. che bastava far fuori come centinaia di altre, dopo aver spauracchiato le folle interne e averci fatto divertire i carcerieri quanto basta; e che, se davvero ora "creasse dei problemi" al regime (come ha detto quel vigliacco imperdonabile di Lula) basterebbe torturare in privato e far fuori con discrezione millantando un suicidio, un infarto, che ne so.. E invece NO.
La si tiene lì, bene esposta alle folle dei Paesi più lontani, e la si rotola fra le grinfie fra mille torture, ma tenendola attentamente in vita, e intorno a lei si alzano le poste in gioco.
5. Il vero valore della posta
In un mondo di sani di mente nessuno se lo potrebbe spiegare.. eppure tutto questo ha un preciso senso.
Scartiamo l'idea, per il momento, che tutto questo possa essere una banale tiritera di provocazioni preparatorie a una bella guerra atomica. E concentriamoci invece su di LEI: la donnetta.
Perché di LEI, si tratta: e come si sa in una certa "cultura" la donna NON deve avere identità, ma esser poco più che una cosa; un oggetto di scambio a cui è negato perfino avere una faccia. Cosa molto importante! perché se ai maschi della tribù viene insegnato odio per le donne (e l'importanza del loro valore come oggetti di proprietà, di status e di valvola di sfogo per la popolazione solo maschile), è VITALE che l'estraneità sia massima. "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore".. ve lo ricordate? Se le donne sono ombre tutte uguali, è ben difficile che si sviluppi fra i maschi una qualche empatia per loro.
E allora, qui, non di "Sakineh", si tratta, ma della DONNA.
Di tutte le donne: e quello che avviene sulla sua pelle è un messaggio al mondo intero, e anche una chiamata alle armi. Credete davvero che, dai Paesi "civili" alle remote pietraie di luoghi dimenticati, tutti siano solidali con lei..? Io credo, piuttosto, che come di fronte a una partita di calcio, un'immensa moltitudine di miserabili, poveracci frustrati e provati dalla vita, guardi alla POSTA in gioco in questo calvario come al simbolo dell'unico potere che gli resta (o che potrebbero conquistare): quello su un piccolo mondo, un impero in miniatura che, pur nelle condizioni di povertà più estrema, è pur sempre loro riservato: una ancor più miserabile DONNA su cui spadroneggiare e sfogarsi. Questo, in attesa del paradiso, è il premio terreno che viene offerto a tutti i chiamati alla Guerra Santa dell'autoritarismo islamico, e non è un premio da poco.
La Donna è sempre stata gettata in pasto dai potenti alla marmaglia, premio agli sgherri, trofeo nei saccheggi; un inesauribile bacino di merce di scambio, gratis, cui attingere per placare le folle e consentire ai potenti di fare i propri porci comodi, mentre le tensioni si sfogano nei milioni di rivoli di botte e soprusi domestici.
6. Donne, ricordatevi che avete un compito
In tutto questo, noi donne siamo tutte coinvolte. Donne non accettate di essere complici; non vendetevi, non siate distratte.
7. E Totti che c'entra?
Grazie, Totti, per quel gesto di gentile cavalleria che ti ha fatto posare 2 dozzine di rose ai piedi di una vittima che non è "anche" una donna, ma LA DONNA. Ora dicono che sarai spaventato dalle reazioni... non esserlo: rivendica quel gesto, rifallo mille volte.

Veniteci in aiuto, voi maschi. La schiavitù di una donna è un piatto di lenticchie di fronte ai regni sfavillanti che l'amore restituisce nella libertà reciproca.
If you pay the price, she'll let you deep inside, but there's a secret garden she hides.
1. Sakineh
Solo una fra TANTE, eh, beninteso; ma di cui ora sappiamo: frustata 99 volte davanti al figlio adolescente, incarcerata per quasi 5 anni in un braccio della morte non precisamente in Svizzera, condannata per questo e quello, assolta per quest'altro, ricondannata di nuovo, in attesa di esecuzione a pietrate, previo interramento fino al busto, e si intende con pietrate non troppo grandi, in modo che non rischi di morire troppo in fretta; nel frattempo sottoposta a continue torture ripetute, false esecuzioni, eccetera, e ora (precisamente IERI) RI/frustata altre 99 volte. Altre NOVANTANOVE VOLTE.
2. Cristo
Quì, per inciso, ricordiamo che (perfino nella più truculenta scena di Mel Gibson), perfino Cristo - cioè la più celebre vittima-simbolo del supplizio crudele per eccellenza - ha ricevuto "solo" 33 frustate (TRENTATRE', un terzo di quelle inflitte a Sakineh a ogni macabro turno): e, pur essendo un uomo nel fiore degli anni, ne è uscito carponi e già quasi morto ammazzato.

3. Le reazioni e l'inspiegabile escalation
Il figlio di Sakineh, traumatizzato a vita, fa della sua esistenza una missione in favore della madre, la quale diventa simbolo di tutte le lotte a una barbarie che è inutile commentare. Di fronte all'indignazione che sale dal basso, naturalmente molti Governi son costretti a fare pressioni MA, anziché mediare in qualunque modo, il Governo di Amadinejad alza esponenzialmente la posta vomitando sempre nuove crudeltà, virulenza e perfino attacchi diplomatici.
4. L' (apparentemente) inspiegabile accanimento
Il tutto, per cosa..? per una donnetta indifesa, insignificante.. che bastava far fuori come centinaia di altre, dopo aver spauracchiato le folle interne e averci fatto divertire i carcerieri quanto basta; e che, se davvero ora "creasse dei problemi" al regime (come ha detto quel vigliacco imperdonabile di Lula) basterebbe torturare in privato e far fuori con discrezione millantando un suicidio, un infarto, che ne so.. E invece NO.
La si tiene lì, bene esposta alle folle dei Paesi più lontani, e la si rotola fra le grinfie fra mille torture, ma tenendola attentamente in vita, e intorno a lei si alzano le poste in gioco.
5. Il vero valore della posta
In un mondo di sani di mente nessuno se lo potrebbe spiegare.. eppure tutto questo ha un preciso senso.
Scartiamo l'idea, per il momento, che tutto questo possa essere una banale tiritera di provocazioni preparatorie a una bella guerra atomica. E concentriamoci invece su di LEI: la donnetta.
Perché di LEI, si tratta: e come si sa in una certa "cultura" la donna NON deve avere identità, ma esser poco più che una cosa; un oggetto di scambio a cui è negato perfino avere una faccia. Cosa molto importante! perché se ai maschi della tribù viene insegnato odio per le donne (e l'importanza del loro valore come oggetti di proprietà, di status e di valvola di sfogo per la popolazione solo maschile), è VITALE che l'estraneità sia massima. "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore".. ve lo ricordate? Se le donne sono ombre tutte uguali, è ben difficile che si sviluppi fra i maschi una qualche empatia per loro.
E allora, qui, non di "Sakineh", si tratta, ma della DONNA.
Di tutte le donne: e quello che avviene sulla sua pelle è un messaggio al mondo intero, e anche una chiamata alle armi. Credete davvero che, dai Paesi "civili" alle remote pietraie di luoghi dimenticati, tutti siano solidali con lei..? Io credo, piuttosto, che come di fronte a una partita di calcio, un'immensa moltitudine di miserabili, poveracci frustrati e provati dalla vita, guardi alla POSTA in gioco in questo calvario come al simbolo dell'unico potere che gli resta (o che potrebbero conquistare): quello su un piccolo mondo, un impero in miniatura che, pur nelle condizioni di povertà più estrema, è pur sempre loro riservato: una ancor più miserabile DONNA su cui spadroneggiare e sfogarsi. Questo, in attesa del paradiso, è il premio terreno che viene offerto a tutti i chiamati alla Guerra Santa dell'autoritarismo islamico, e non è un premio da poco.
La Donna è sempre stata gettata in pasto dai potenti alla marmaglia, premio agli sgherri, trofeo nei saccheggi; un inesauribile bacino di merce di scambio, gratis, cui attingere per placare le folle e consentire ai potenti di fare i propri porci comodi, mentre le tensioni si sfogano nei milioni di rivoli di botte e soprusi domestici.
6. Donne, ricordatevi che avete un compito
In tutto questo, noi donne siamo tutte coinvolte. Donne non accettate di essere complici; non vendetevi, non siate distratte.
7. E Totti che c'entra?
Grazie, Totti, per quel gesto di gentile cavalleria che ti ha fatto posare 2 dozzine di rose ai piedi di una vittima che non è "anche" una donna, ma LA DONNA. Ora dicono che sarai spaventato dalle reazioni... non esserlo: rivendica quel gesto, rifallo mille volte.

Veniteci in aiuto, voi maschi. La schiavitù di una donna è un piatto di lenticchie di fronte ai regni sfavillanti che l'amore restituisce nella libertà reciproca.
If you pay the price, she'll let you deep inside, but there's a secret garden she hides.

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domenica 18 aprile 2010
Women for women
Donne per le donne, concretamente. Women for women è un'associazione di cui in Italia non si parla, ma che vale davvero la pena di conoscere.



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martedì 6 aprile 2010
NEVER take your freedoms for granted
Anche in Italia PROPOSTA DI LEGGE CHE VIETA IL BURKA NEI LOCALI PUBBLICI
Il Pd presenta alla Camera una proposta di legge che regolamenta la liceità del burka. E io dico: aspettiamo di vederla; ma nel frattempo mi solleva che finalmente ci si decida ad affrontare il problema, spero con l'intento di de/ideologicizzarlo davvero.
Specialmente dopo che un blog che per varie ragioni apprezzo ha recentemente pubblicato un post che mi ha lasciato interdetta, il quale riportava una notizia di segno contrario e - ammettiamolo - di difficile interpretazione...
Ma se non si fa chiarezza non stupisce che molti siano indetti a pensare che "la sinistra difenda il burka".
D'altronde, poco prima, proprio lo stesso blog informava di una notizia che riconosceva proprio al Pd un'iniziativa di forte spirito critico verso il terrificante velo integrale, sorretta da argomenti tutt'altro che ideologici, ma che piuttosto definirei di empatia: post veramente interessante a cui vi rimando.
E a proposito.. segnalo a tutte l'appuntamento dell'8 aprile a Firenze:

E già che ci siamo, segnalo anche un mio personale parere, su quel particolare tipo di opinionisti che sono gli stilisti:
Il Pd presenta alla Camera una proposta di legge che regolamenta la liceità del burka. E io dico: aspettiamo di vederla; ma nel frattempo mi solleva che finalmente ci si decida ad affrontare il problema, spero con l'intento di de/ideologicizzarlo davvero.
Specialmente dopo che un blog che per varie ragioni apprezzo ha recentemente pubblicato un post che mi ha lasciato interdetta, il quale riportava una notizia di segno contrario e - ammettiamolo - di difficile interpretazione...
Ma se non si fa chiarezza non stupisce che molti siano indetti a pensare che "la sinistra difenda il burka".
D'altronde, poco prima, proprio lo stesso blog informava di una notizia che riconosceva proprio al Pd un'iniziativa di forte spirito critico verso il terrificante velo integrale, sorretta da argomenti tutt'altro che ideologici, ma che piuttosto definirei di empatia: post veramente interessante a cui vi rimando.
E a proposito.. segnalo a tutte l'appuntamento dell'8 aprile a Firenze:

E già che ci siamo, segnalo anche un mio personale parere, su quel particolare tipo di opinionisti che sono gli stilisti:

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domenica 4 aprile 2010
Massimo Fini, noi, le parole di Veritas sulle donne, il maschio medio, l'Amore e l'eterno popolo bue

Secondo me Massimo Fini è una persona intelligente e, in quanto ad analisi, anche onesto.
Ma - che condividiamo o meno la sua interpretazione della realtà, è la FRAGILITA' che dimostra, che lascia noi donne-non-ideologiche deluse e smaccate. Perché nn solo le donne, si sa, ma tutti gli umani intelligenti, amano misurarsi con chi, un pochino, sa tenere testa al mondo. Nessuno che abbia spirito si innamora facilmente di un essere bolso e supino; né di esseri timorosi, e tanto meno di gente rancorosa perché vile (francamente, non esiste categoria meno sexy). E invece, guarda un po', il peccato originale all'origine della misoginia è appunto la PAURA della donna - non certo il "disprezzo".. quello ne è solo la patetica maschera che -se possibile- peggiora le cose.
E (così come l'Umanità Bianca è macchiata da imbarazzanti velleità superioristiche sugli altri colori..) da questa paura l'Umanità Maschia intera è afflitta dall'antichità in modo imbarazzante. Incontestabile verità su cui nn perdiamo tempo.. rimando alla "Storia delle donne" di Georges Duby, in primis al I° libro (sull'antichità greco-romana). Incantevole opera che mi ha rivelato quanto fossero intrisi di ingannevoli balle i miei 5 anni di Liceo Classico.
Tornando a noi: nel suo deludente e serissimo articolo, Fini dice alcune cose giuste, con ingenua acredine che stupisce. Massimo, hai scoperto la "diversità"?.. ben arrivato! SE (e sottolineo SE) si è diversi, è evidente che qualcuno avrà dalla Natura privilegi da un lato, e qualcuno dall'altro, mica tutti da una parte, come ha sempre starnazzato il Maschio. E dov'è l'ingiustizia?
Ed è vero che ALCUNE consuetudini nella gestione della legge, in alcuni angoli di mondo avanzato, favoriscono (per ora) statisticamente e inadeguatamente le donne.. Massimo, hai scoperto che la disparità sociale può far male? ben arrivato! salvo sorvolare sul fatto che tale disparità "a favore della donna" pesa nel mondo come una piuma confronto al suo contrario.
Quel che dispiace e stupisce è che, come il maschio meno attrezzato, adombrandosi Massimo stigmatizza TUTTI i difetti della "donna infima" a titolo assoluto del genere femminile; come un bambino che pesta i piedi irragionevole, appunto.
Scivolando così su un finale da omicciòlo.. ma soprattutto che sembra sprovveduto, perché non tiene conto delle conseguenze che affermazioni simili possono avere: "e quindi totalmente inaffidabile. Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentarla, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società regolata può basarsi sul caso femminile".
Ciò che davvero delude non è l'affiorare di questo terrore maschile, ma veder CONCORDARE con le sue conclusioni più banali.
ESATTAMENTE il pensiero su cui si basò, all'origine, la concezione del Diritto Greco-Romano. ESATTAMENTE la paura che sant'Agostino travestiva da "diavolo". ESATTAMENTE le testuali parole con cui l'Islam primitivo che oggi infuria propugna la NECESSITA' di schiacciare la donna.
E conclude: "ma adesso che si sono finalmente 'liberate' sono diventate davvero insopportabili".
E qui ...la tua analisi fa acqua, la paura ti fa perdere la lucidità che apprezzavamo in te. Non ci siamo liberate neanche un po', purtroppo, e tantomeno voi. Inutile ricordarti che, a tutte le latitudini, la PRIMA causa di morte della femmina umana è da sempre il maschio, superata nel 2010
solo dall'AIDS (altro effetto collegato).
Certo (anche se solo in Occidente) diritti un tempo inimmaginabili sono (in parte) faticosamente raggiunti.. e come sempre quando un soggetto può esprimersi, emergono anche gli stronzi al suo interno.. anzi, date le difficoltà di cui è seminata la strada, magari son proprio quelli che emergono per primi e in modo più appariscente.. cosa dici, c'è qualcosa di strano? o forse, avendo qualche modo di esprimersi, dalle donne ci si aspetta che lo facciano solo da Sante? Ma dai.
Massimo, a te e a tutti quelli che cadono in queste tentazioni dico: dai, non litighiamo.
Da questi cortocircuiti NESSUNO ha niente da guadagnare, salvo il Tiranno.
A te, e a tutti quelli come te, ricordo che "liberarsi" fa bene ad entrambi.
Io vorrei dirti: previa doverosa riflessione sulle cose vere, dismetti rancori stupidi e SCUSATI, per favore.. la tua replica semina solo nuova zizzania, proprio quello che rimproveri alle "donne" di fare. Davvero non vedi la contraddizione?


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sabato 27 marzo 2010
Le donne che vorremmo
Le donne e la Rai che vorremmo, e quelle che invece ci rifilano.
Due parole sul perché questo momento è cruciale.
Sul perché una Destra e una Sinistra serie sarebbero preziose l'una per l'altra e per il Paese.
Sul giornalismo come servizio pubblico.
Dette dal tipo di donna che per definizione smaschera il "femminismo" berlusconista ben rappresentato da scenografie che ruotano su un'autolesionista messa in vetrina (in pose sexy varie, a carponi o in ginocchio) sotto a un tavolo di plexiglass; in questo caso messa anche tra due file di subumani che "si insultano fino alla morte" (trasmissione di "Intrattenimento" in orario di punta della Tv pubblica di taglio berlusconiano):
Due parole sul perché questo momento è cruciale.
Sul perché una Destra e una Sinistra serie sarebbero preziose l'una per l'altra e per il Paese.
Sul giornalismo come servizio pubblico.
Dette dal tipo di donna che per definizione smaschera il "femminismo" berlusconista ben rappresentato da scenografie che ruotano su un'autolesionista messa in vetrina (in pose sexy varie, a carponi o in ginocchio) sotto a un tavolo di plexiglass; in questo caso messa anche tra due file di subumani che "si insultano fino alla morte" (trasmissione di "Intrattenimento" in orario di punta della Tv pubblica di taglio berlusconiano):
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