Siamo condannati ad amarci. Oppure a farci solo danno tutto il tempo, l'un l'altro, come imbecilli.

sabato 27 aprile 2013

La minestra dei ministri è servita

La ROSA dei MINISTRI del nuovo governo che sta sbocciando (parole di Mentana) profuma delle bocciature di Boccia, e delle più soavi sfumature dell'intelligenza democristiana.
Bè. Più che una rosa sembra una CHIAZZA DI MINESTRA rivomitata per incompatibilità degli ingredienti. Nel guazzabuglio una cosa certa si distingue: è una gran presenza di parenti serpenti ben mescolati far loro. Napolitano: "è governo politico, lavori con spirito di coesione". Umorismo involontario.
Nella mescolaglia (lavoro di cesello, dicono) diversi nomi che avremmo apprezzato anche in un governo decente. E perfino! si vanta Letta - godendo con sobrietà - un'alta presenza di donne. Per una volta siamo invitate a essere complici. Ma non so, se devo gioire.
Ora, relax totale per tutti i carcerandi, e anzi premi per tutti - magari Berlusconi senatore a vita, perché no? Qualche mese di pazzi divertimenti, alla faccia nostra. Poi un (nuovo) fallimento plateale, da addossare interamente alla sinistra in vista di una nuova, bella vittoria elettorale del partito della mafia. E via, verso una nuova avventura: il secondo ventennio della tragedia berlusconiana.
Non hanno ancora finito di farmela ingozzare, e la minestra corrosiva ho già voglia di rivomitarla.


2 commenti:

  1. Se consideri che questa sbobba antipolotica orrenda è adorata, osannata e voluta da decenni (la collaborazione PD(L) è un fatto storico se pensiamo ai tempi repubblicani e a quei partiti con sigle diverse).
    Direi che non è una novità, tanto meno una straordinaria novità.

    PDL e PD hanno peraltro non poche convergenze strategiche. Ad esempio: lemon capitalism i primi, economia keynesiana i secondi (due nomi per indicare la stessa robaccia), infrastrutturazione e distruzione del territorio e dell'economia labour-intensive, opposizione netta a meccanismi di controllo tra i poteri e di conflittualità virtuosa di interessi basati su qualche principio di "democrazia diretta", gestione accondiscendente ed accordata di monopoli od oligopoli, privatizzazione e mercantizzazione dei beni comuni blablabla

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