Siamo condannati ad amarci. Oppure a farci solo danno tutto il tempo, l'un l'altro, come imbecilli.

martedì 17 agosto 2010

Ti portassero in piazza con chiodi e catene

Mi dispiace, stimati quotidiani professionali, avete sbagliato titoli. Che tra ieri e oggi sono stati:
Afghanistan, coppia di adulteri lapidata dai talebani (quotidiano.net). Afghanistan, talebani lapidano coppia di amanti ventenni (ilmattino.it). Afghanistan, coppia lapidata dai talebani per adulterio (it.reuters.com). Afghanistan, lapidata coppia di amanti (ansa) .. dobbiamo continuare? non serve, i titoli sono tutti uguali, e anche i trafiletti che riportano l'ennesima notiziola senza importanza, distrattamente.
E invece hanno ragione le Donne Ultraviolette, che titolano:

Ti portassero in piazza con chiodi e catene. L'inferno delle donne e di chiunque abbia un cuore.
questa una sintesi della nota:
Erano solo 2 ragazzi di vent'anni, che si amavano. Sono stati trascinati in piazza a mani legate, due bambini stravolti dal terrore, e tempestati a pietrate fino a morirne.
Si può immaginare qualcosa di più spietato, qualcosa di più inverosimilmente atroce?
Benvenuti all'inferno: un luogo dove è peccato criminale amarsi, e giustizia morale odiare, torturare e uccidere.
Non è cambiato niente, anzi, tutto continua tragicamente a peggiorare. L'Afghanistan era e resta l'inferno delle donne e, per estensione, dei bambini, di tutte le persone che hanno un cuore, degli animali e della natura stessa.
Ecco cosa scriveva il Chicago Tribune nel 2002:
"... Shazia ha solo 13 anni. La sua voce si ode a malapena. Circondata da adulti, si morde le unghie e tira la sciarpa nera di velo crespo sul viso. E' una delle criminali incallite detenute all'interno delle mura umide e inaccessibili del carcere provinciale femminile di Kabul. Il suo crimine: scappare dal marito 45enne che è stata costretta a sposare e che la picchia. La prigione è piena di ragazze appena teenager accusate di crimini come essersi innamorate all'aver avuto rapporti illeciti, esser scappate da parenti inflessibili o da mariti violenti. In Afghanistan le esecuzioni che contraddistinguevano il regime talebano sono finite, ma sopravvive la legge islamica che risale al VII secolo, con le sue rigide tradizioni culturali. (..) Le leggi tribali permettono ai genitori di far imprigionare, e addirittura uccidere, le ragazze che perdono la verginità, infangano l'onore della famiglia innamorandosi di pretendenti inaccettabili o cercano di divorziare. (..)
Il vice della sicurezza di Kabul spiega che anche le donne che fuggivano dal marito venivano uccise, ma "adesso non lo facciamo più, le mettiamo in prigione per tre o quattro mesi. Questa è una società islamica. Se lasciassimo fare alla gente quello che vuole, in breve tempo la metà della popolazione si ritroverebbe malata di AIDS.'
(..) In base all'accordo di Bonn del 2001 il governo provvisorio afghano aveva, anche il compito di ripianificare il sistema di giustizia penale e garantire i diritti umani; ma in mancanza di nuove leggi l'Alta Corte è ritornata ad usare la Shariah dell'Islam in vigore prima dell'avvento dei talebani, però con più indulgenza. (..) questo tipo di punizioni potrebbe essere reintrodotto ma, in base alla legge Shariah, chi ha commesso adulterio dovrebbe essere lapidato a morte se l'accusa venisse sostenuta da 4 testimoni oculari di sesso MASCHILE, mentre all'epoca dei talebani non c'era neanche bisogno dei 4 testimoni. (..) 'Naturalmente i talebani procedevano alle esecuzioni senza prove, senza alcuna conferma. Non usavano la vera Shariah. Volevano soltanto terrorizzare la gente. Noi siamo più morbidi'. Essere più morbidi in questo caso significa mettere queste donne, perseguitate dalle loro stesse famiglie, in prigione per mesi o anni invece di ucciderle subito.
Nelle celle nude e tristi si trovano ragazze (..) la prigione fornisce solo pane ed acqua per la maggior parte dei pasti. Le donne non possono far altro che stare sedute, parlare o passeggiare in pochi metri. Guardano fuori da una finestra chiusa da sbarre di ferro e un lacero paravento; dormono su materassi sottili gettati sul pavimento, coperte e cuscini non lavati da mesi, in celle puzzolenti piene di scarafaggi. Nonostante questo diverse di loro preferiscono trovarsi là dentro che nelle strade di Kabul dove, secondo la guardia carceraria, verrebbero uccise dalle loro famiglie
".
dal Chicago Tribune, 28/04/02: Le leggi afghane opprimono ancora le donne. Rifiutare un pretendente o lasciare il marito porta alla galera, di Noreen S.Ahmed-Ullah
... 8 anni sono passati. Cosa è cambiato? Niente, se non in peggio: altri fiumi di lacrime e di sangue sono stati versati, altri se ne stanno versando e le chiuse dell'orrore restano aperte.

L'Afghanistan è l'inferno delle donne e di chiunque abbia un cuore. Ma intorno all'Afghanistan già molti altri Paesi applicano una Sharia altrettanto crudele, anche se meno sgangherata nelle apparenze. Tutto questo è un incubo che si consuma in una sorta di rassegnata indifferenza; ma forse un esame di coscienza dovremmo farlo tutti.

4 commenti:

  1. bellissimo post per un tema e delle storie che fanno rabbrividire.
    E ci ricorda quanto dobbiamo evolverci ancora come civiltà umana, quanto non possiamo girare la testa dall'altra parte e fingere di non vedere

    brava gioia

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  2. Mandiamo la Carfagna da quelle parti

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  3. Si un esame di coscienza dovremmo farlo eccome, ma è più facile intraprendere battaglie stupide, se non ci fossero troppi interessi in ballo forse qualcosa si riuscirebbe a fare, ma fino a quando le guerre continueranno a far girare soldi la vedo dura per queste povere anime.

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