Un bel giorno vedo una foto usata per pubblicizzare un (falso) prodotto italiano e - da italiana - ne resto profondamente turbata. Specie da italiana che sta tanto all'estero! Sembra una tipica scena di certi quartieri islamizzati, in città europee, nei quali le donne non possono entrare senza venire molestate violentemente dal primo all’ultimo minuto: tre tizi con la lingua fuori si sporgono verso una passante come affamati verso un cotechino.
Ma non siamo a Bruxelles, nel quartiere che ha ispirato un famoso documentario "Femme de rue" sulle molestie di strada (costato alla giovane autrice minacce di morte nonché il dover cambiare città). No: si intende che i tre tizi sono italiani e, come dice un portavoce di «Caffè Nero» “il poster voleva ritrarre un aspetto della cultura italiana”. Ah si? Ma non pago, il tizio raddoppia la dose: “ma è chiaro che può essere vissuto come offensivo da tante donne”. No, razza di coglione, lasciami dire: può venire vissuto come ancora più offensivo da tanti UOMINI.
Ma soprattutto da tutti gli italiani, dato che quella frase, per logica, significa: la cultura italiana offende le donne.
Vaffanculo, Caffè nero, questo aspetto della “cultura italiana” ci appartiene come la mafia, il delitto d’onore e il lato B via Berlusconi. Sono stereotipi che gli italiani onesti (e quelli che non vanno in giro allupati in cerca di bistecche umane da stuprare), cercano di scrollarsi di dosso da eoni: invano, purtroppo! considerati i delinquenti di politici che ci ritroviamo. Ci manca solo la pubblicità, a ricordarci il fetore della sottocultura che finisce per appestare tutti.
Trovo molto opportuno che la casa abbia ritirato la pubblicità; ma avvilente che l’abbia fatto per iniziativa di donne inglesi. Chi avrebbe dovuto protestare sono gli uomini italiani e – certo, anche noi donne italiane, sia come italiane sia come donne.
Proprio come, all’epoca dell’altrettanto avvilente episodio del menu di Don Panino, si era levato un coro di indignazione.
Come osservato in quel caso da Qui Vienna (il blog italiano sulla città austriaca) l‘uso della Mafia come strumento di marketing per rappresentare l’Italia all’estero, non è purtroppo un problema nuovo; e triste che venga inteso come elemento di folklore, allo stesso modo dei classici cliché italiani pizza, spaghetti e mandolino. E degli arrapati molestatori: dobbiamo ora aggiungere.
In questo caso, però, sono in particolare gli uomini, intesi come italiani maschi, quelli additati come figure ridicole e anacronistiche. Ma sapete che c’è? Loro mica se ne accorgono!
E in particolare i commentatori professionali dei siti in rete: quelli sono tanto occupati a sparare veleno contro le donne, che perfino in questo caso si occupano di fare solo QUELLO.
Volete una piccola antologia di commenti?
Per esempio a un articolo del Corriere che informa sul fatto che la campagna è stata ritirata, in seguito a "proteste delle femministe" il genio più votato, un certo Mervin, scrive: “La realtà è che si tratta di invidia pura. Le inglesi per lo più sono chiattone, ecco perché si lamentano, perché il confronto con la bellezza delle donne italiane è impraticabile. Per trovare una ragazza inglese decente ci vogliono anni di ricerche snervanti”; un altro pensatore annota: “Il solito ridicolo pseudo-femminismo da strapazzo, frutto probabilmente di invidiose che NESSUNO si gira a guardare!” “per carità, non son certo io a discriminare le rotondette.,..anzi”. Risposta: “la rotondetta è il paradiso (sulle lunghe distanze)"; “beh, chiaro... la donna britannica magra equivale a un'italiana rotondetta.. normale che un po' gli roda alle figlie di albione…”. E naturalmente i soliti violenti: ”centinaia di migliaia di giovani e giovanissime donne inglesi sono iscritte a forum online dove si vantano delle loro buffonate e orgogliosamente postano foto che le mostrano in vari stati di ebbrezza e mentre si spogliano, tra cui in ginocchio sopra gabinetti, mentre vomitano nude, o mentre fanno i loro bisogni corporali in pubblico sulle strade principali. Credo che l'amato Corriere farebbe bene a pubblicare una serie di queste foto per ristabilire le giuste proporzioni”. O violenti-bacchettoni: “Invito i lettori italiani a reagire informandosi sulle ladette binge-drinking , su quel che succede il venerdi o il sabato sera alle signorine inglesi tutte discinte, ubriache e in preda a conati di vomito…. solo per limitarci alla violenza delle ragazze tra 10 e 17 anni.. Non si meraviglino dunque le femministe per uno sguardo innocente di tre ragazzi”; ma che caro. “Viva le donne del sud italia, viva le donne latine, viva le donne brasiliane, abbasso le donne del nord!" e via di commento deficiente in commento deficiente.
Un raro essere pensante sbotta: “Ma scusate, che vuole dire che il poster voleva solo "ritrarre un aspetto della cultura italiana"??? La toppa mi pare peggio del buco!" Ma chi se lo fila? Bè, si, uno coglie il punto: “Questo poster non offende le inglesi, ma noi italiani. Lavoro con stranieri di tutto il mondo da 25 anni, e purtroppo so benissimo che ci considerano ancora con lo stereotipo del poster di caffe nero: dei cialtroni nullafacenti che stanno sulla strada a guardare il didietro delle donne. Hanno fatto bene a toglierlo, non per sessismo, ma per razzismo…. o forse siamo così veramente?”
Già; forse si. Una tizia, affogando nei commenti idioti, annota: “non so cosa insistiamo noi donne a cercare un po’ di buonsenso, se gli uomini sono questi...”
No, non mi iscriverò ai “siti di informazione” per partecipare a queste penose gazarre. Magari questi siti si facciano loro qualche pensierino: dal Corriere al Fatto Quotidiano, si chiedano che razza di sparacazzate ignoranti diventano protagonisti di articoli già peraltro di banalità imbarazzante, come quello in questione.